“Morto in 10 minuti”: Gino Paoli, del tutto inutile l’intervento dei medici | Un colpo durissimo per il suo cuore

Gino Paoli emozionato (Rai - youtube screenshot) - www.biomedicalcue.it
Gino Paoli, una storia che sembra uscita da un romanzo, ma che è tutta vera: ciò che è successo al suo cuore.
Quando si parla di Gino Paoli, è impossibile restare indifferenti. Non è solo uno dei grandi della musica italiana, è un personaggio che ha sempre vissuto a modo suo. Senza filtri, e soprattutto senza troppi compromessi.
La sua voce ha attraversato gli anni, come un fiume che non si ferma mai, portando con sé parole, amori, dolori. E anche qualche colpo basso dalla vita. È il tipo di artista che o ti prende subito o ti lascia perplesso. Non cerca approvazione, mai fatto.
Con lui non esistono mezze misure: o lo segui fino in fondo, o cambi stazione. E forse è proprio questo che lo rende così autentico. Perché Paoli si è sempre raccontato senza nascondersi, anche quando avrebbe potuto glissare.
Anzi, spesso sono proprio le sue confessioni più scomode a colpire di più. La cosa che colpisce è il modo in cui guarda alla sua vita, con una sorta di ironia tenera, mai patetica. Presenta episodi durissimi con la leggerezza di chi ormai ha fatto pace con sé stesso.
La schiettezza di Gino Paoli
Non cerca giustificazioni, né applausi. Ti mette lì i fatti, così come sono stati. E lo fa con una lucidità che spiazza, sempre. Per lui la vita è stata un’altalena, e ogni salita o discesa è diventata parte del suo racconto.
Oggi Gino Paoli continua a essere un tipo lucido, diretto, e anche un pò spigoloso, ma in fondo affascinante. Quando apre bocca, non sai mai se stai per ridere, commuoverti o restare zitto per due minuti. E poi, certo, c’è quella storia. Quella che torna sempre fuori, perché è impossibile ignorarla.

Un proiettile rimasto lì
Negli anni ’60, più precisamente nel ’63, Gino fece una cosa che avrebbe potuto cambiare tutto: tentò il suicidio sparandosi al cuore. Era un periodo buio, tra guai d’amore e confusione totale. Il colpo però si fermò prima del disastro, nel pericardio — il cuore, incredibilmente, restò intatto. E da allora lui ci convive con quel proiettile, come fosse parte del corpo, o forse della memoria.
L’ha raccontato a la Repubblica con una leggerezza incredibile: “Mio padre mi portò da un medico: “O lo operiamo, o se lo tiene. Però se si sposta, muore in 10 minuti”. Vietati sesso, alcol e sigarette”. E sai lui che ha fatto? “Sesso la notte stessa, in ospedale”. Una frase che è tutta lui. Gino dice anche che rifarebbe tutto, pure gli errori — anzi, soprattutto quelli. Solo un rimpianto gli resta: “L’indifferenza per il dolore che ho causato in amore”. Una frase che, detta da lui, suona come una confessione sincera, senza lacrime né scuse.