Se ne parla sempre di più, anche se si è diffusa già da qualche anno: negli ultimi giorni la musica 8D sta spopolando. Ce n’è di tutti i tipi: musica classica, canzoni iconiche, hit appena uscite.
Alcuni studiosi si sono chiesti se ascoltare la musica in questo modo abbia degli effetti, anche benefici, sul nostro cervello. Ecco le risposte.
Ma prima cerchiamo di capire che cosa si intende per musica 8D e suoni binaurali.
Per capire di che cosa stiamo parlando partiamo con l’ascolto di una canzone famosissima che ti sarà capitato di ascoltare molte volte, ma non in questo modo. Ricorda che la musica in 8D deve essere ascoltata con le cuffie o auricolari, posizionati correttamente nell’orecchio destro e sinistro.
Ti sei accorto di come i suoni passano da destra a sinistra e viceversa, girandoti attorno e circondandoti a 360°? È proprio questo l’intento della musica 8D: creare un’esperienza sonora a 360°, come se si fosse immersi nella musica, posti perfettamente al centro di fonti sonore in continuo movimento.
Un fenomeno che la musica 8D vuole imitare e che possiamo definire simile per alcuni versi, ma diverso nella sostanza è quello dei suoni binaurali. Si tratta di una sorta di stratagemma che permette di far sentire al nostro cervello delle frequenze che normalmente non sarebbe in grado di percepire, cioè onde sonore con frequenza al di sotto dei 20-30 Hz. Per fare ciò vengono prodotti due suoni con frequenze diverse, comprese nel range delle frequenze udibili. La differenza fra le due frequenze deve essere proprio una di quelle non udibili dall’orecchio umano, cioè comprese tra 0 e 30 Hz. In questo modo ascoltando con degli auricolari i due suoni, il nostro cervello sentirà una terza frequenza, la differenza tra le due, che nella realtà non esiste, ma che viene comunque percepita chiaramente dal nostro cervello.
Per scoprire quali possono essere gli effetti sul cervello della musica 8D e dei suoni binaurali dobbiamo prima comprendere da quali frequenze sono caratterizzate le onde cerebrali.
Nel nostro cervello i neuroni per comunicare utilizzano degli impulsi elettrici, dando vita a un’attività elettrica, rilevabile tramite EEG (Elettroencefalogramma) sotto forma di onde cerebrali. Queste onde hanno diverse frequenze a seconda dell’attività cerebrale in atto. Le onde aventi frequenze più alte, come le onde Gamma (30-42 Hz) e le onde Beta (14-30 Hz) sono rilevabili durante stati di agitazione, concentrazione e di attività mentali molto intense. Le onde Alfa (8-13.9 Hz) sono proprie della veglia ad occhi chiusi e del rilassamento leggero. Le onde con le frequenze più basse sono le onde Theta (4-7.9 Hz) e Delta (0.1-3.9 Hz). Le prime caratterizzano la meditazione profonda e la fase REM del sonno e le seconde il sonno profondo.
Spesso quando si parla di suoni binaurali si crede che la frequenza di questi siano in grado tramite il fenomeno della risonanza di produrre nel cervello onde cerebrali della stessa frequenza e di generare quindi lo stato mentale corrispondente a quella frequenza. Se il cervello viene ad esempio stimolato tramite due suoni che hanno una differenza di frequenza che rientra nelle onde Theta (come quelle della traccia audio seguente) la persona si ritroverebbe gradualmente in uno stato di profondo rilassamento.
Ma si tratta di scienza o di pure credenze?
Una ricerca statunitense ha preso in esame la memoria di lavoro, un tipo di memoria a breve termine, di 28 persone. Il compito a cui i partecipanti sono stati sottoposti era quello di individuare la corrispondenza o diversità fra due immagini mostrate a distanza di 4 secondi. Questo mentre ascoltavano suoni binaurali a 5 (onde Theta), 10 (onde Alfa) e 15 Hz (onde Gamma). È emerso che l’accuratezza con cui le persone svolgevano il compito aumentava proprio e soltanto mentre erano stimolati alla frequenza di 15 Hz, che corrisponde proprio allo stato di concentrazione attiva. Il numero di risposte corrette peggiorava invece ascoltando le altre due frequenze, che caratterizzano stati di meditazione profonda (5 Hz) e rilassamento leggero (10 Hz).
Uno studio canadese ha dimostrato come una stimolazione sonora di 20 minuti con frequenze nel range delle onde Delta e Theta, ascoltata per 20 minuti 5 volte a settimana per 4 settimane possa aiutare a combattere gli stati di ansia.
Infine i ricercatori dell’Università di Manchester hanno dimostrato l’effetto analgesico dei suoni binaurali, in particolare di quelli con frequenze nel range delle onde Alfa. Questi suoni, ascoltati per un tempo di 10 minuti, sono stati in grado di ridurre la percezione del dolore in pazienti del pronto soccorso.
Molti ricercatori ritengono insufficienti le prove fornite da questi studi, poiché limitati per numero di persone analizzate e non sufficientemente approfonditi, e non se la sentono quindi di affermare che ci sia veramente uno stretto e dimostrabile legame tra la frequenza del suono binaurale ascoltato e la frequenza delle onde cerebrali. Tra questi vi è anche il Dott. Clifford Segil, neurologo al Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica.
[bquote by=”Clifford Segil” other=” neurologo al Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica “] “I suoni binaurali possono andare bene per la meditazione e il rilassamento, ma probabilmente queste sono le uniche cose per cui sono utili. È difficile dire che ascoltare questi toni induce le onde cerebrali di una persona, rilevabili con un EEG, a sincronizzarsi con la frequenza del suono. ” [/bquote]
Quindi se ascoltare i suoni binaurali può avere effetti benefici sul benessere di una persona, senza essere in grado di stravolgerne necessariamente le onde cerebrali, lo stesso vale per la musica 8D.
[bquote by=”Lia Parente” other=Ppsicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica”] “Più la musica è coinvolgente, totalizzante, alienante come le aspirazioni che si pone la musica in 8D, più aumenta la produzione di dopamina e dunque di piacere ad essa collegato. ” [/bquote]
Nel dubbio ti lasciamo con un’altra canzone 8D molto coinvolgente.
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