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Mutazioni nei geni “Jolie”: quali sono i rischi per donne e uomini?

Era il 2013 quando la celebre attrice Angelina Jolie, allora moglie dell’altrettanto famoso attore Brad Pitt, si sottopose a una doppia mastectomia (asportazione di entrambi i seni) preventiva, seguita da un’operazione ricostruttiva. Due anni dopo, all’età di 40 anni, decise di farsi rimuovere anche le ovaie e le tube di falloppio, andando così incontro a una menopausa forzata precoce. La sua scelta fece notevolmente discutere, anche se dettata da ragioni più che comprensibili: ridurre al minimo la possibilità di sviluppare il cancro al seno e all’utero, a cui le mutazioni di un gene presente nel suo patrimonio genetico la predisponeva.
A distanza di anni dagli eventi che hanno posto i riflettori sui due geni, uno studio italiano rivela che la presenza di mutazioni nei geni BRCA1 and BRCA2 -oggi conosciuti anche come geni “Jolie”- comportano rischi non solo per le donne, ma anche per gli uomini.

Filamento di DNA. Credits: kjpargeter – it.freepik.com

Il caso di Angelina Jolie

In seguito a un test genetico, Angelina Jolie aveva scoperto di aver ereditato una mutazione del gene BRCA1. La stessa mutazione era stata trovata anche nel DNA della madre, morta all’età di 56 anni per un cancro ovarico, e in quello della nonna e della zia, scomparse anch’esse precocemente per un tumore al seno. All’attrice era stata predetta una probabilità dell’87% di sviluppare il cancro al seno e del 50% di sviluppare un tumore ovarico. Con una storia familiare costellata di morti femminili premature, pur non avendo la certezza della comparsa della malattia, Angelina Jolie decise di sottoporsi alle due operazioni, nonostante fossero interventi impegnativi dal punto di vista non solo fisico, ma anche psicologico.

Grazie alla rimozione del tessuto mammarico e di quello ovarico i rischi si sono notevolmente ridotti: resta ora solo una probabilità del 5% che la Jolie possa sviluppare il cancro al seno, probabilità non nulla in quanto non è mai possibile rimuovere tutto il tessuto mammarico durante una mastectomia.

I geni “Jolie” e i rischi nelle donne

I geni BRCA1 (presente sul cromosoma 17) e BRCA2 (presente sul cromosoma 13) codificano per delle proteine che intervengono nelle operazioni di controllo del ciclo cellulare. In altre parole i due geni, inclusi nel DNA di ogni cellula, contengono le istruzioni per la produzione di proteine riparatrici, che eseguono cioè l’importantissima funzione di riparare il DNA quando questo subisce dei danni durante il processo di replicazione cellulare.

I geni BRCA1 e BRCA2 nei rispettivi cromosomi 17 e 13
Credits: Tessssa13

Ereditare delle mutazioni nei due geni comporta delle istruzioni difettose che portano alla produzione di proteine riparatrici che non sono in grado di eseguire correttamente il loro compito: i danni subiti dal DNA non vengono quindi riparati e ciò comporta rischi maggiori di sviluppare neoplasie. Quando è presente una mutazione in uno dei due geni, ogni cellula del corpo presenta la tipologia corrispondente di proteina riparatrice malfunzionante ed è quindi a rischio di tramutarsi in una cellula tumorale. Eppure nelle donne ciò avviene solamente nelle cellule mammariche e ovariche: il rischio di tumore al seno aumenta quindi fino al 60-90% e alle ovaie, fino al 15-50%.

I rischi negli uomini

Che le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 siano responsabili del 50% delle forme ereditarie dei tumori al seno e alle ovaie nelle donne è noto da tempo. Ciò che invece è stato scoperto di recente è che le mutazioni dei geni “Jolie” comportano notevoli rischi, predisponendo al cancro, non solo per le donne, ma anche per gli uomini. Il Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università La Sapienza in collaborazione con il consorzio Cimba (Consortium for Investigators of Modifiers of BRCA1 e BRCA2) di Roma ha pubblicato uno studio su Jama Oncology, in cui sono stati presentati i risultati ottenuti da un’analisi della storia clinica di circa 7000 uomini con uno dei due geni mutati. Dall’indagine è emerso che, a differenza delle donne per cui è la mutazione del gene BRCA1 più pericolosa, per gli uomini le mutazioni del gene BRCA2 aumentano di almeno 3 volte il rischio di sviluppare neolpasie alla mammella, al pancreas e alla prostata.

La prevenzione: individuare le mutazioni nei geni “Jolie” nelle donne e negli uomini

È importante che chi per la propria storia familiare appartiene a categorie a rischio si sottoponga al test genetico, che consiste in un prelievo del sangue. Dai globuli bianchi viene estratto il DNA, che viene analizzato per ricercare mutazioni sui geni BRCA1 e BRCA2. Nel caso in cui il test risultasse positivo per una donna, le strade da intraprendere non sono esclusivamente la rimozione chirurgica dei tessuti mammari e ovarici. Innanzitutto saranno necessari controlli più frequenti in modo da individuare eventuali tumori ai primissimi stadi. Un’altra possibilità è la terapia farmacologica per prevenire la formazione di neoplasie.

Published by
Verdiana Brullo