Napoli: primo intervento di chirurgia robotica ortopedica in Campania
La chirurgia robotica sta diventando una realtà sempre più consolidata in Italia. I robot chirurgici, che non vanno a sostituire il chirurgo ma forniscono un prezioso aiuto in termini di minima invasività e precisione, trovano varie applicazioni. Solo sul territorio italiano, abbiamo visto interventi cardiaci e toracici, trapianti di rene ed interventi per via completamente endoscopica.
In ambito ortopedico, è adesso il turno dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli dove, per la prima volta in Campania, è stato eseguito un intervento di chirurgia robotica, in particolare l’impianto di un’artroprotesi di ginocchio.
L’equipe diretta dal Dott. Giacomo Negri si è avvalsa dell’innovativo sistema NAVIO Blue Belt Technologies della Smith&Nephew.
Navio Surgical System
Il sistema è essenzialmente composto da una maneggevole fresa chirurgica ad alta velocità, da un computer con un particolare software che “guida” il chirurgo durante l’operazione e da una telecamera ad infrarossi. È proprio quest’ultima che monitora in real-time la posizione relativa di fresa, tibia e perone attraverso dischi riflettenti applicati su quest’ultimi. Inoltre, l’assistenza del computer, consente di rimuovere solo le parti di osso determinate nella precedente pianificazione. Questo fine controllo comporta una precisa e corretta resezione dell’osso e migliora il posizionamento dell’impianto.
Tra i punti di forza di questo sistema c’è sicuramente il fatto che non necessiti di imaging radiografico preoperatorio, come ad esempio l’esame TC (Tomografia Computerizzata), risparmiando al paziente l’invasività delle radiazioni e traducendosi in una riduzione delle spese mediche. NEVIO, infatti, permette di fare una mappatura della superficie della cartilagine e dell’osso, attraverso una sonda, e di ricostruire la struttura anatomica in 3D.
Grazie a questo è possibile eseguire una pianificazione dell’intervento intraoperatoria. In questa fase, il chirurgo può applicare virtualmente le parti da impiantare e prevedere come si comporteranno i legamenti, il tutto in prossimità dell’operazione, così da poter elaborare un piano solo dopo aver verificato l’effettiva gravità della patologia.