Nascite, i figli di domani saranno fatti dall’AI | Il confine umano – robot sparirà per sempre
L’avanzamento in campo tecnologico e scientifico ci permette di immaginare un futuro che non sembra più impossibile.
La riproduzione umana è sempre stata una cosa straordinaria, un mix di biologia e sentimento che ci tocca profondamente. È qualcosa che ci collega alla nostra essenza, no? Il concepimento, la nascita, sono fasi piene di emozioni e legami unici. Ma oggi sembra che la tecnologia voglia fare capolino pure in questo ambito così intimo.
L’intelligenza artificiale (IA) e la robotica stanno avanzando tanto da solleticare l’idea che un giorno potrebbero persino entrare nel processo di creazione della vita. Ed è qui che la cosa si fa strana, quasi… inquietante.
Ormai, la tecnologia è parte della nostra vita quotidiana, è ovunque. Dall’assistente vocale che ci risponde quando siamo troppo pigri per cercare qualcosa con le dita, ai robot che ci aiutano in fabbrica o persino in ospedale.
Ma diciamolo: una cosa è un robot che pulisce il pavimento, un’altra è pensare che possa aiutare a creare, letteralmente, una persona. Eppure, artisti, scienziati e visionari stanno iniziando a immaginare un futuro in cui le macchine non siano solo degli strumenti, ma dei partner in questo processo così umano.
Nuove frontiere della riproduzione con l’AI
Viktoria, una creativa digitale, ha fatto un’immagine che ti lascia senza parole: mostra un androide che porta in grembo un neonato. Guardare questa scena fa riflettere sul futuro e su dove stiamo andando. Non si tratta solo di arte o di visioni stravaganti. C’è dietro una tecnologia reale, che avanza giorno dopo giorno. Pensa a tutte le innovazioni in biotecnologia: la genetica, gli uteri artificiali, la manipolazione cellulare. Ormai possiamo fare cose impensabili fino a pochi decenni fa.
Arrivare al punto in cui una macchina potrebbe svolgere un ruolo attivo nella creazione della vita. Non parliamo di “sostituire” i genitori, ma di integrarli con un supporto tecnico mai visto prima. Affascinante, ma anche inquietante. E poi c’è questa storia dell’intelligenza emotiva artificiale. Alcuni scienziati dicono che le macchine potrebbero persino essere in grado di riconoscere e rispondere ai nostri sentimenti.
Androidi come “genitori”?
E quindi eccoci qui, a immaginare androidi e IA che potrebbero avere un ruolo nella genitorialità. Sì, proprio loro. Un’idea assurda? Forse, ma oggi pare quasi inevitabile. Se un androide può prendersi cura di un bambino, magari programmato per rispondere ai suoi bisogni, allora che cosa significa essere madre o padre? Non è più solo questione di biologia. La genitorialità potrebbe diventare qualcosa che trascende il nostro concetto attuale, coinvolgendo anche macchine e programmi.
Siamo abituati a vedere la tecnologia come uno strumento, ma se un giorno un androide riuscisse a creare legami con un bambino? Forse siamo ancora lontani, ma intanto ci facciamo domande che fino a poco tempo fa avremmo definito semplicemente assurde. Dove ci porterà questa strada, lo scopriremo solo col tempo.