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“Nervi nuovi” per uscire dalla paralisi

La paralisi (totale o parziale) è una condizione del corpo umano che vede la perdita della funzione motoria, dovuta o alla lesione di nervi o ad una patologia del sistema nervoso e delle fibre muscolari.
Nella maggior parte dei casi è una condizione irreversibile, come nel caso di Ian Burkhart, un ragazzo dell’Ohio rimasto paralizzato in seguito ad un incidente all’età di 19 anni(oggi ventiquattrenne), che gli ha causato la rottura del collo al livello C5 (cioè la quinta vertebra) e quindi l’impossibilità di usufruire di gambe e mani.
Da oggi, Ian potrà gradualmente riacquistare il controllo degli arti danneggiati, grazie al progresso scientifico in campo medico, considerando questa innovazione come una pietra miliare nell’evoluzione della tecnologia di interfaccia cervello-computer.

“Questa è stata la domanda da un milione di dollari: vuoi sottoporti ad un intervento cerebrale o qualcosa che non ti possa portare alcun beneficio? Ci sono molti rischi.
E’ stato un qualcosa su cui ho dovuto pensare molto a lungo, ma dopo aver parlato con tutto il team e le persone coinvolte, sapevo di essere in ottime mani.”

Ian è stato il primo paziente a sottoporsi a questa novità tecnologica, che consiste nel bypassare letteralmente il midollo spinale danneggiato, per poter mandare impulsi agli arti in disuso.
Nella corteccia motoria è stato impiantato, dai chirurghi, un piccolissimo chip in grado di prelevare i segnali elettrici che controllano i movimenti della mano.
I segnali vengono poi convertiti da un computer in base a ciò che Ian pensa di voler fare e inviati ai 130 elettrodi posti sul suo avambraccio, in un apposito manicotto.
Gli elettrodi, attraverso la pelle, inviano i segnali ai muscoli sottostanti, permettendone così l’attività motoria, sintonizzati su ciò che Ian desidera fare.

come funzionano i “nuovi” nervi?

Come funziona il bypass.
www.dailynew.co.uk

Nonostante i segnali del movimento (dal cervello al braccio) siano letteralmente bloccati per via della rottura del canale di passaggio delle informazioni (le vertebre), i nervi del braccio sono, di fatto, intatti e funzionanti. L’impianto nella corteccia motoria(1) invia i segnali attraverso una “via esterna”, che, tramite un cavo(2), collega Ian ad un computer, il quale impara letteralmente ad interpretare i desideri e i
potenziali movimenti.

I segnali elaborati dal computer vengono successivamente inviati ai 130
elettrodi(3) posti sul suo avambraccio che, stimolando i muscoli, permettono il movimento(4).

Impostazione esperimento e modulazione neurale.
www.nature.com

Il risultato dell’intero esperimento non è stato di certo immediato.
Come spiega lo stesso Ian, è stato investito tantissimo tempo per poter capire come mettere in pratica banali azioni che si compiono quotidianamente, come ad esempio il solo pensare di muovere un dito e farlo.
Dopo estenuanti sedute di pratica che lo hanno portato a padroneggiare sempre di più i “nuovi nervi” , Ian rinomina questa esperienza come “una seconda natura”.

“Il sogno più grande sarebbe quello di riavere indietro l’uso di entrambe le mani, perché questo mi renderebbe molto più indipendente e mi permetterebbe di non far affidamento su
persone per attività che, giorno per giorno, si prendono per scontate.”

Al momento gli scienziati stanno lavorando per poter portare questa tecnologia al di fuori dell’ambito ospedaliero e di laboratorio, cercando di arrivare ad una tecnologia wireless, in modo da poter far avverare non solo il desiderio di Ian, ma di migliorare la vita di tantissimi pazienti paralitici.

Published by
Valentina Casadei