Il Segretario di Stato per la salute Matt Hancock ha annunciato l’identificazione di una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 nel Regno Unito. A Porton Down, base di ricerca della Public Health England, si sta esaminando proprio in queste ore la nuova mutazione con l’intento di estrapolare tutte le informazioni circa la pericolosità e contagiosità della stessa. In un momento come questo è di vitale importanza non cadere in situazioni di allarmismo ingiustificato e continuare a tenere sotto controllo la diffusione del virus pandemico.
Sono 60 i diversi distretti in cui è stata identificata la nuova variante di SARS-CoV-2 con più di 1000 persone contagiate. Dalle prime analisi sembra che questa sia molto più contagiosa della natura di coronavirus già circolante. Infatti, la nuova variazione è stata associata al rapido incremento dei casi di Covid-19 nel Sud-Est dell’Inghilterra. Tuttavia, come rassicura il ministro britannico Matt Hancock, non ci sono evidenze di una maggiore pericolosità della malattia associata al virus o dell’aggravarsi di ulteriori patologie. Inoltre, è altamente improbabile che questa variante non risponda al vaccino o interferisca con esso in modo atipico. Nonostante la comunità scientifica non abbia rilevato fattori aggravanti, la situazione nel Regno Unito rimane difficile da gestire, soprattutto con un incremento del 14% di nuovi casi rispetto alla settimana passata.
Il 25 novembre 2020 viene pubblicato sulla rivista Nature Communications uno studio dell’Istituto di genetica dell’University College di Londra riguardo le mutazioni di SARS-CoV-2. Quanto emerso dall’analisi genomica di oltre 46mila pazienti malati di Covid-19 fu un totale di 13mila mutazioni, 398 le più frequenti. E’ quindi fuori discussione come il coronavirus sia poco alla volta sia mutato. Il risultato incoraggiante fu la scoperta che le mutazioni non lo rendevano più contagioso. Lucy van Dorp, genetista tra le autrici della pubblicazione dichiarò che nessuna mutazione rilevata avrebbe contribuito ad una più rapida diffusione del virus. Il dibattito sul tema si riapre proprio ora, quando la nuova variazione rintracciata nel Regno Unito sembra correlata ad una maggiore trasmissibilità. Non ci resta che attendere i risvolti delle analisi in atto nel Regno Unito.
I virus a DNA e RNA mutano per poter sopravvivere in un organismo ospite dotato di sistema immunitario pronto a combatterli. Nel caso dei virus a RNA come SARS-CoV-2 le mutazioni sono generalmente guidate da 3 diversi processi:
A fine ottobre un’altra importante variazione del virus era stata identificata in Spagna, da ricercatori dell’Università di Basilea e dell’Istituto di Biomedicina di Valencia. La variante si chiama 20A.EU1, complice, insieme al turismo spagnolo, della seconda ondata.
Al momento non è ancora chiaro quale di questi meccanismi abbia dato il via alla colossale quantità di mutazioni di SARS-CoV-2.
Il professore a capo della consulenza sanitaria britannica Chris Whitty rimarca durante una conferenza stampa come non ci sia alcuna evidenza di sintomi diversi provocati dalla mutazione del coronavirus responsabile della malattia Covid-19. L’unico motivo per cui è stata richiesta grande attenzione da parte del pubblico è l’apparente velocità di diffusione, per cui è necessario intervenire tempestivamente. L’Organizzazione mondiale della sanità è stata informata della mutazione che sta circolando nel Regno Unito e provvederà a comunicare quanto emergerà dagli studi nei prossimi giorni.