Nuove frontiere contro l’obesità: scoperti i neuroni che regolano la fame
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Uomo obeso (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
La comunità scientifica ha recentemente fatto un’importante scoperta che riguarda i geni della fame e dell’obesità.
L’obesità è un probelma della società odierna che ha coinvolto una grande fetta di popolazione nei paesi occidentali. Per contrastare questo fenomeno la ricerca scientifica, nel corso degli anni ha cercato di individuarne le cause, le conseguenze e le soluzioni possibili. Molti quindi sono stati gli studi e le pubblicazioni scientifiche che riguardano questo argomento, ma ancora non è stata individuata una soluzione capace di segnare una vera e propria svolta.
L’obesità è una condizione non fisiologica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che può avere gravi conseguenze per la salute. Il problema è a carattere globale ed è in costante aumento, interessando milioni di persone in tutto il mondo, indipendentemente dall’età e dal genere. In Italia questo ha influenzato molto le fasce di età molto giovani e questo trend è aumentato nel tempo.
Le cause dell’obesità possono essere molteplici e comprendono vari fattori come quelli genetici, ambientali e comportamentali. Tra i principali fattori di rischio vi sono l’alimentazione scorretta, cioè una dieta ricca di zuccheri, grassi saturi e cibi ultraprocessati che contribuisce all’aumento di peso; l’essere sedentari ovvero la mancanza di attività fisica porta a un bilancio energetico positivo, favorendo l’accumulo di grasso, ed infine anche la predisposizione genetica, alcune persone inafatti hanno una maggiore tendenza genetica all’obesità.
Altri fattori possono essere quelli psicologici come lo stress, l’ansia o la depressione che possono portare a un’alimentazione eccessiva e sregolata, ma anche alcune tipologie di condizioni mediche e farmaci per la cura di alcune patologie e trattamenti farmacologici che possono influenzare il metabolismo e il peso corporeo.
Conseguenze e ricerca
Bisogna ribadire che l’obesità non è solo una questione estetica, ma rappresenta un grave rischio per la salute. Le principali conseguenze includono le malattie cardiovascolari come l’ipertensione, infarti e ictus che sono più frequenti tra le persone obese; l’insorgere del diabete di tipo 2, l’obesità infatti è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete. Possono inoltre svilupparis problemi respiratori come la sindrome delle apnee notturne o ancora disturbi articolari in quanto l’eccesso di peso sovraccarica le articolazioni, favorendo artrite e dolori muscolari. Infine, anche alcuni tipi di tumore possono svilupparsi in correlazione all’obesità secondo quanto riportato da alcuni studi scientifici.
La ricerca ha fatto passi da gigante in tal senso. Alcuni degli ambiti di studio più promettenti includono la genetica e obesità con la mappatura del DNA che ha permesso di individuare geni legati alla regolazione del metabolismo e alla predisposizione all’obesità. Lo sviluppo di farmaci innovativi anti-obesità che mirano a ridurre l’appetito o a modulare il metabolismo. Ed infine interventi chirurgici e cure del microbioma intestinale.
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Nuove speranze in campo scientifico
Un gruppo di ricercatori della Columbia University ha scoperto nei topi una nuova classe di neuroni nel tronco encefalico che regola il momento in cui smettere di mangiare. Diversi da altri neuroni della sazietà, questi integrano molteplici segnali sensoriali e ormonali relativi al cibo. Utilizzando tecniche di profilazione molecolare e modifiche genetiche, gli scienziati hanno attivato e disattivato questi neuroni con la luce, osservando che la loro stimolazione riduceva l’assunzione di cibo.
Inoltre, sono influenzati dagli agonisti del recettore del GLP-1, farmaci usati per il trattamento dell’obesità e del diabete, suggerendo nuove possibilità terapeutiche per la gestione del peso anche nell’uomo. Dunque questo scenario apre molte possibilità per la cura di questa condizione patologica, ma anche per contrastare le patologie ad essa correlate.