Covid-19

Vaccini e varianti del Covid-19: come funzionano i nuovi vaccini contro le varianti emergenti?

La pandemia ha spinto gli scienziati a sviluppare nuovi vaccini per contrastare efficacemente le varianti del Covid-19. I recenti sviluppi nel campo dei vaccini anti-Covid si sono concentrati sulle varianti Omicron BA.1, BA.4/5. Questi nuovi vaccini, approvati dalle autorità regolatorie, stanno affrontando le nuove sfide della lotta contro la pandemia.

I vaccini contro le varianti del Covid-19

La costante evoluzione del virus SARS-CoV-2 ha reso essenziale adattare i vaccini esistenti alle nuove varianti emergenti. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno approvato nuovi vaccini contro le varianti Omicron BA.1, BA.4/5. Questi vaccini, denominati Comirnaty/Omicron BA.1, Comirnaty/Omicron BA.4/5 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1, sono una combinazione delle formulazioni originali di Pfizer/BioNTech e Moderna con specifici tratti di RNA delle varianti Omicron. Gli studi dimostrano che questi vaccini combinati possono generare potenti risposte immunitarie contro le varianti Omicron e il ceppo originale di SARS-CoV-2. Sono particolarmente indicati come dosi di richiamo per le persone precedentemente vaccinate.

Ciò che rende questi vaccini unici è la loro natura combinata. Sono il risultato di una collaborazione tra Pfizer/BioNTech e Moderna, che hanno adattato le loro formulazioni originali alle specifiche tracce di RNA delle varianti Omicron. Questa sinergia tra le due aziende farmaceutiche ha prodotto vaccini capaci di suscitare risposte immunitarie contro le varianti Omicron e il ceppo originale di SARS-CoV-2.

Chi dovrebbe ricevere i nuovi vaccini?

Le indicazioni ufficiali raccomandano l’utilizzo di questi vaccini combinati come dose di richiamo per tutti i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni. Inoltre, sono prioritariamente consigliati come quarta dose per le persone di età uguale o superiore ai 60 anni, per gli operatori sanitari, gli operatori delle strutture residenziali per anziani e le donne in gravidanza. La somministrazione della quarta dose è raccomandata anche per le persone di 12 anni e più con elevata fragilità dovuta a patologie concomitanti o preesistenti. In questo caso è raccomandato un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla dose addizionale precedente.

Le tipologie di vaccini contro le varianti del Covid-19

Le varianti Omicron BA.1, BA.4/5 hanno reso necessario un approccio diversificato per mantenere l’efficacia delle vaccinazioni. I vaccini come Comirnaty/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1 sono basati sulla tecnologia dell’RNA messaggero. Questi vaccini contengono frammenti specifici di RNA che codificano per la proteina S del virus. Quando somministrati, le cellule del nostro corpo leggono questo RNA e producono la proteina S. Il sistema immunitario risponde creando una forte risposta anticorpale e una memoria immunitaria specifica contro questa proteina. L’RNA messaggero ha dimostrato di essere altamente adattabile alle nuove varianti del virus. Gli scienziati possono apportare modifiche rapide alle sequenze di RNA per riflettere le mutazioni nelle varianti emergenti. Questa flessibilità consente ai vaccini a RNA messaggero di mantenere un’efficacia notevole anche contro le nuove varianti, come dimostrato dall’efficacia superiore al 90% contro il Covid-19.

I vaccini a vettore virale, come Vaxzevria di AstraZeneca, adottano una strategia diversa. Utilizzano un virus diverso e non patogeno (nel caso di Vaxzevria, è un adenovirus modificato) per trasportare la sequenza genetica della proteina S del virus SARS-CoV-2 nell’organismo. Una volta somministrato, il vettore virale entra nelle cellule umane, che a loro volta iniziano a produrre la proteina S. Il sistema immunitario reagisce producendo anticorpi e cellule immunitarie specifiche contro questa proteina. Tuttavia, i vaccini a vettore virale possono presentare sfide legate all’immunità preesistente. Se una persona ha già incontrato l’adenovirus nel vaccino o in altre situazioni, il suo sistema immunitario potrebbe rispondere più debolmente alla nuova esposizione. Ciò può portare a una ridotta efficacia contro le nuove varianti del virus.

Published by
Maria Chiara Cavuoto