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Oltre 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per ragioni economiche

Nel 2022, il settore sanitario italiano ha registrato un aumento significativo della spesa diretta da parte delle famiglie, con conseguenze notevoli sulla loro capacità economica e sul benessere generale della popolazione. Un recente studio della Fondazione GIMBE ha rivelato che le famiglie italiane hanno speso in media 64 euro in più rispetto al 2021 per la salute e tante altre hanno proprio rinunciato a delle prestazioni sanitarie per ragioni economiche. Questo fenomeno in crescita è distribuito in modo diseguale attraverso il Paese.

Prestazioni sanitarie: aumento della spesa sanitaria e disparità regionali

Il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, ha sottolineato l’importanza di comprendere a fondo l’impatto della spesa sanitaria diretta (out-of-pocket) sulle finanze delle famiglie italiane. Nel 2022, questa spesa ha raggiunto quasi i 37 miliardi di euro, con un incremento medio annuo dell’1,6% negli ultimi dieci anni. Tale aumento rende evidente il progressivo indebolimento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e da ragione alle sempre più crescenti preoccupazioni sulle conseguenze a lungo termine per la salute pubblica.

La spesa out-of-pocket rappresenta una parte considerevole della spesa sanitaria totale. L’esistenza di un sistema sanitario misto pone le famiglie di fronte a scelte difficili riguardo alle cure mediche. Particolarmente preoccupante è la situazione nelle regioni del Sud, dove la spesa per la salute supera i 100 euro in più per famiglia rispetto al resto del Paese.

Limitazione delle spese e rinunce alle prestazioni sanitarie

Il report evidenzia anche che nel 2022, circa il 16,7% delle famiglie italiane ha dovuto limitare le spese per la salute, con percentuali ancora più elevate nel Sud Italia. Questo fenomeno ha implicazioni dirette sulla qualità dell’assistenza sanitaria ricevuta e sull’accesso alle cure preventive.

Oltre 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie essenziali per motivi economici, un dato che segnala l’urgenza di affrontare le barriere all’accesso alle cure. La povertà assoluta, in aumento tra il 2021 e il 2022, ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo a rischio la salute di oltre 2,1 milioni di famiglie indigenti.

Verso politiche di intervento e sostenibilità

Le analisi di Cartabellotta pone l’accenno sull’importanza di implementare politiche mirate a contrastare le disuguaglianze sociali e a garantire l’accesso universale alle cure in un Paese che spende meno sulla salute pubblica rispetto ad altri paesi europei equiparabili. La situazione richiede un’azione urgente per preservare la sostenibilità del SSN e per proteggere la salute delle popolazioni più vulnerabili, specialmente nel Mezzogiorno.

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Redazione