Covid-19

Omicron 2 è arrivata in Italia: cos’è e quanto ci dobbiamo preoccupare

È stata sequenziata anche in Italia la variante 2 di Omicron. I primi due casi sono stati segnalati dal Laboratorio di Igiene del Policlinico San Martino. La sotto variante risulta ora presente in 9 regioni: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana. Si tratta di un totale di 21 sequenze per questa nuova variante che era già stata avvistata da tempo in altri paesi Europei, primo su tutti la Danimarca. Ma cos’è questa nuova variante? E quanto dobbiamo preoccuparci?

La variante Omicron 2

Il suo vero nome è BA.2 ed è la “sorella” della già nota Omicron, BA.1. In alcuni paesi, come ad esempio India e Sudafrica, era già stata segnalata a dicembre 2021, ma si è poi diffusa in tutto il mondo. La sua presenza è stata accertata, secondo le ultime rilevazioni, in 43 stati e tra questi sembra essere la variante dominante in India, Danimarca e Svezia. Risulta però in aumento anche in Regno Unito, Germania e Stati Uniti, ma gli aggiornamento sono continui e potrebbero aggiungersene altri alla lista. Come la già nota Omicron la nuova variante presenta più di 50 mutazioni, ma 28 di queste differiscono da quelle della sorella, in particolare a livello della proteina Spike e della regione ORF1a. 

Le differenze tra le varianti BA.1 e BA.2 a livello delle sequenze S e ORF1a. Credit: outbreak.info

Omicron 2 viene chiamata anche “stealth variant”, ovvero la variante invisibile. Questo nome le è stato attribuito a causa di una mutazione a livello della proteina S. Differentemente dalla sorella, infatti, Omicron 2 non presenta la cosiddetta delezione del gene S, più precisamente la mutazione Spike Δ69-70. Questa caratteristica di Omicron è stata fondamentale per rilevare la rapidità della sua diffusione, avendo reso possibile la sua individuazione con il test molecolare. Mancando di questa caratteristica la nuova variante risulta impossibile da rintracciare con il solo test PCR, mentre è ovviamente rilevabile con il sequenziamento. Questa pratica, però, non viene applicata su tutti i campioni e ciò rende difficile l’effettiva valutazione della sua diffusione nel nostro paese. 

Quanto è pericolosa Omicron 2?

Non sono ancora disponibili dati sulla sua virulenza o sull’eventuale maggiore pericolosità della nuova variante. Tuttavia l’andamento dei contagi da essa causato in Danimarca, Svezia e Regno Unito sembrano indicare una maggiore trasmissibilità, motivo per cui è diventata così presente nelle news. Questo comportamento può essere ricondotto alle mutazioni aggiuntive della nuova variante a livello della proteina Spike, quella impiegata dal virus per attaccare le cellule del nostro corpo. BA.1 e BA.2 condividono infatti 21 variazioni rispetto alla versione di Wuhan, ma BA.2 ne presenta anche sei in più, ovvero D405N, T376A, T19I, S371F, R408S e V213G. Per ora conosciamo solo i codici per la loro individuazione, è compito degli studiosi valutarne il ruolo effettivo e la loro pericolosità. 

L’elevato numero di mutazioni e l’apparente maggiore virulenza della variante la rendono oggetto di particolare attenzione per i ricercatori di tutto il mondo. I primi dati, però, la fanno sembrare anche meno aggressiva, nel senso che ad ora risulta meno “capace” di causare malattia grave nei pazienti affetti, come affermati da Richard Reithinger, vicepresidente del Global health all’RTI International.

Per quanto riguarda le differenze a livello dell’efficacia dei vaccini, poi, queste sembrano essere minime, come dichiarato da Tom Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra. Allo stato attuale i dati sono ancora insufficienti per determinare l’effettiva pericolosità della nuova variante, che rimane quindi sotto stretto controllo degli studiosi.

Misure e possibili sviluppi

Molti paesi sembrano aver già superato il picco di Omicron, mentre altri sono sul punto di farlo. Tom Peacock tramite i suoi tweet ha affermato che, per ora, non ci sono motivi per pensare che BA.2 possa causare una nuova ondata. Piuttosto è più probabile che la nuova variante sostituisca la sorella nei prossimi mesi, ma si tratta solo di supposizioni e delle prime valutazioni che si possono trarre con i dati ad ora disponibili.

La nuova variante non cambia le norme di sicurezza necessarie per limitare il contagio. Usare la mascherina, disinfettare frequentemente le mani, seguire le regole di distanziamento sociale e proseguire con il programma di vaccinazione sono le armi a nostra disposizione contro il virus in ogni sua forma.

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Linda Carpenedo