Delle potenzialità della stampa 3D, dei suoi traguardi e delle sue applicazioni se ne parla ogni giorno. E ogni giorno ci si stupisce dei suoi progressi. Tra i suoi svariati campi di applicazione non è da sottovalutare il campo medico che rappresenta uno dei mondi in cui tale tecnologia sta cercando di ottenere i successi più rilevanti e sensazionali.
E’ notizia di questi giorni, infatti, che questa tecnica in continua evoluzione ha permesso ai medici del St Thomas Hospital di Londra di salvare la vita di una bambina di 2 anni che presentava un difetto cardiaco. La piccola Mina, questo il nome della paziente, è nata con una grave malformazione cardiaca: un foro tra i ventricoli. Il suo cuore, ormai esausto, non riusciva più a pompare sangue. Il team guidato dal prof. David Anderson non aveva altra soluzione se non quella di “rattoppare” il foro. Il problema è che, nel caso di pazienti così piccoli, anche i cardiochirurghi pediatrici più esperti si trovano in difficoltà.
La salvezza per Mina è arrivata grazie a un modello stampo in 3D del suo cuore basato sulla risonanza magnetica (MRI) e la tomografia computerizzata (TC): i medici sono riusciti così a riprodurre non solo il cuore , ma anche il suo difetto, e capire la posizione precisa in cui agire.
Con la stampa 3D abbiamo potuto ricreare un modello del suo cuore e del difetto -spiega il prof. Anderson- e, al momento dell’operazione, sapevamo perfettamente cosa avremmo trovato e come operare.
Ma la notizia non è un’esclusiva. Infatti, esattamente un anno fa, un bambino di soli 14 mesi a Louisville, nel Kentucky, è stato salvato grazie ad un’analoga procedura. In questo caso, il paziente aveva 4 diverse malformazioni congenite. Grazie alla procedura di stampa 3D del cuore (creato tramite modelli ottenuti da TC), il chirurgo ha pensato ad una procedura che non avrebbe mai immaginato di usare se non avesse avuto un modello su cui fare le opportune analisi.
Ma non finisce qui. Una novità proveniente dal pianeta del bioprinting è la stampa di una trachea artificiale. Trapianti di trachee stampate è ormai cosa nota. La rivoluzione sta nei materiali utilizzati: se i modelli ricostruiti erano costituiti da materiali plastici, ora si è riusciti a creare modelli con scaffold biodegradabili “mescolati” a cellule. Sembrerebbe che le cellule non solo siano sopravvissute al processo, ma abbiano anche continuato a proliferare mostrando le caratteristiche di una trachea a tutti glie effetti. Seppur non ancora testata sull’uomo, i ricercatori pensano che il via ai test non sia molto lontano.
Le nuove frontiere della medicina continuano a svilupparsi su questa rotta. Ma si è ancora lontani dal poter recarsi in ospedale e procurarsi un organo completo, bio-stampato, con tutte le cellule, le proteine e i vasi sanguigni premendo semplicemente il pulsante di una stampante.