Durante la conferenza ICRA 2015, evento dedicato alla robotica e all’automazione tenutosi a Seattle dal 26 al 30 maggio 2015, i ricercatori del MIT hanno presentato un particolare piccolo robot in grado di muoversi su qualsiasi superficie e nuotare sfruttando i campi elettromagnetici.
Si tratta dell’Origami Robot e deve il suo nome alla capacità di autoassemblarsi. Non è la prima volta che si parla di robot assemblati con la tecnica degli origami, in passato avevamo parlato di nanorobot umanoidi a DNA autoassemblanti ideati al Politecnico di Monaco di Baviera.
Secondo i ricercatori del MIT, l’Origami Robot potrà essere sfruttato anche all’interno del corpo umano, per portare farmaci dove necessario o svolgere altre operazioni medicali.
All’interno di due strati di un foglio di carta o polistirene di 1.7 cm e 0.31 g di peso, sono stati inseriti elementi in PVC tagliati con laser e un magnete. Appoggiato su una superficie calda, il PVC si contrae e il foglio si piega lungo precise direzioni. A questo punto il robot è pronto a muoversi sotto l’azione di un campo magnetico esterno alla velocità di 3-4 cm/s, ed è in grado di spostare anche carichi fino al doppio del suo peso.
©IEEE Spectrum
Il motore del robot è costituito da un magnete permanente al neodimio e il campo magnetico esterno è generato da quattro micro-bobine. Il campo magnetico è direzionale e viene attivato/disattivato ad una frequenza di 15 Hz. Quindi il magnete all’interno del foglio oscilla avanti e indietro, permettendo il movimento del robot.
E’ proprio l’asimmetria da cui è caratterizzato il suo design e l’equilibrio fuori-centro che gli permettono di compiere anche movimenti più complessi come l’arrampicarsi e il nuotare.
Il robot è inoltre in grado di autodistruggersi dissolvendosi in una soluzione di acetone. L’obiettivo finale sarà quello di rendere biodegradabile il robot permettendo la dissoluzione all’interno del corpo umano. In questo caso sarà necessario sostituire il PVC con un altro materiale e rendere il robot di dimensioni minori.
Header image credits: Ackerman/IEEE Spectrum