Origine dell’Alzheimer: l’incredibile scoperta degli esperti | Così si può controllare la malattia
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Immagine illustrazione Alzheimer (Canva foto) - www.biomedicalcue.it
L’incredibile scoperta che potrebbe cambiare la lotta contro l’Alzheimer: gli esperti fanno luce sull’origine della malattia.
L’Alzheimer è una delle malattie più crudeli. Non solo porta via i ricordi, ma trasforma chi ne soffre, fino a renderlo estraneo persino a sé stesso. Chi ne è colpito inizia dimenticando piccole cose, poi fatica a orientarsi, a trovare le parole giuste, fino a non riconoscere più le persone amate.
A oggi, non esiste una cura in grado di fermare la malattia. I farmaci possono rallentare il declino, ma non impediscono il peggioramento. E il problema sta crescendo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con una forma di demenza, e il numero è destinato a salire.
Se non si trova una soluzione, in futuro sempre più persone dovranno affrontare questa battaglia.
Ora un gruppo di ricercatori potrebbe aver trovato la risposta. E se la loro scoperta fosse confermata, cambierebbe tutto: potremmo non solo curare l’Alzheimer, ma forse evitarlo prima ancora che si sviluppi.
La possibile origine dell’Alzheimer
Un team dell’Università Statale dell’Arizona ha individuato un meccanismo che potrebbe essere all’origine dell’Alzheimer. Secondo lo studio, pubblicato su Alzheimer’s and Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, la malattia potrebbe essere legata a un blocco nella comunicazione tra le cellule del cervello, causato dall’accumulo di particolari aggregati molecolari chiamati granuli di stress (SG).
Questi granuli sono piccoli ammassi di RNA e proteine che si formano quando le cellule devono proteggersi dallo stress, ad esempio per l’esposizione a tossine, infezioni o carenze nutrizionali. In teoria, il loro scopo è positivo: funzionano come uno scudo per aiutare la cellula a superare momenti difficili. Ma quando diventano troppi e si accumulano nel cervello per anni, qualcosa si rompe. Secondo i ricercatori, questi granuli possono interferire con il funzionamento dei geni essenziali per la sopravvivenza delle cellule nervose. Questo porta a una reazione a catena: prima si verifica una neuroinfiammazione, poi i neuroni iniziano a morire. A lungo andare, il cervello si deteriora e compaiono i sintomi dell’Alzheimer.
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Fermare l’Alzheimer prima che inizi
L’aspetto più sorprendente di questa scoperta è che l’accumulo dei granuli di stress potrebbe iniziare decenni prima della comparsa dei primi sintomi. Questo significa che l’Alzheimer non è un nemico che attacca all’improvviso, ma una malattia che si sviluppa lentamente, quasi in silenzio. Se si riuscisse a intercettare questi segnali in anticipo, si potrebbe fermare la malattia prima che diventi irreversibile.
Il professor Paul Coleman, a capo della ricerca, ha spiegato che questa scoperta potrebbe cambiare per sempre il modo in cui affrontiamo l’Alzheimer. Se si trovasse un modo per prevenire l’accumulo di questi granuli, si potrebbe impedire che la malattia si sviluppi. Anche Fanpage ha riportato la notizia, sottolineando come questa teoria possa rivoluzionare la diagnosi e le cure per l’Alzheimer. Se le future ricerche confermeranno questi risultati, potremmo essere davanti a un cambiamento storico: non solo rallentare l’Alzheimer, ma fermarlo prima ancora che inizi.