Medicina

La situazione degli ospedali in Ucraina: i soldati feriti, il trasferimento nei bunker e l’emergenza dei bambini malati di tumore

Ha avuto inizio giovedì l’attacco dell’esercito russo in Ucraina. La storia ce l’ha già insegnato: la guerra porta con sé vittime e feriti. Gli ultimi dati del Kyiv Indipendent parlano di 198 morti, di cui 3 bambini, e di 1115 feriti, di cui 33 bambini. I numeri sono da prendere con cautela, considerando i continui scontri e lo stato di emergenza in atto. È chiaro che in una situazione come quella attuale gli ospedali dell’Ucraina siano fondamentali per salvare vite di chi rimane ferito, ma anche di quei malati che senza le proprie cure non possono sopravvivere. I continui attacchi e l’incertezza su cosa possa accadere rende particolarmente complesso il lavoro dei medici, che in alcuni casi si sono visti costretti a spostarsi nei bunker sotterranei.

Gli ospedali in Ucraina: Mariupol

Alex Rossi, inviato Sky News, è entrato nell’ospedale di Mariupol. Guidato dal direttore ha potuto visitare i soldati feriti al fronte: si tratta di giovani ragazzi con lesioni anche molto estese. Uno di loro ha affermato di voler tornare a combattere non appena guarito. I medici si aspettano numerosi altri feriti nei giorni a venire, e sono ovviamente preoccupati da ciò. Senza un concreto aiuto dall’esterno sarà infatti impossibile resistere a lungo. Alla stazione dei treni Alex incontra Alexander, che sta salutando la moglie e la figlia in partenza nel tentativo di arrivare in un posto più sicuro. Lui, invece, rimarrà lì, per combattere. La scena si sta ripetendo in tutto il paese: famiglie divise da una guerra, immagini che spezzano il cuore.

I bambini nati nei bunker

A Kiev le sirene antiaeree suonano in continuazione. La popolazione è quindi chiamata a dirigersi nei bunker, nei rifugi antiaereo o nelle stazioni della metro, ora sempre aperte per offrire riparo a tutte le persone che ne hanno bisogno. In una situazione simile anche le emergenze sanitarie devono essere gestite da lì, ovviamente non disponendo di nessun reale servizio come quelli che un ospedale potrebbe offrire. In queste ore giungono notizie di bambini nati proprio in questi luoghi. Ieri sera, 25 febbraio, alle 20:30, una donna di 23 anni ha partorito in un rifugio antiaereo a Kiev. Mamma e figlia stanno bene e sono state trasportati in ospedale. Anche a Kherson, proprio durante alcuni bombardamenti, in un ospedale in un rifugio antiaereo sono nati altri due bambini. Dalle foto si intravedono i sorrisi di queste nuove mamme che, in un momento così complicato, stanno vivendo un passo così importante. Alla preoccupazione subentra la felicità nell’abbracciare i loro figli.

Gli ospedali in Ucraina: Dnipro

All’ospedale di Dnipro la terapia intensiva neonatale è stata spostata in un rifugio antiaereo da giovedì. Il Dr. Denis Surkov, primario del reparto, ha mandato un video della loro attuale condizione: bambini avvolti in lenzuola, in alcuni casi circondati dagli strumenti medici necessari alla loro sopravvivenza. 

In casi di emergenza è importante reagire velocemente al pericolo e i medici dell’intero paese stanno lavorando incessantemente per garantire la salute dei propri pazienti. Tuttavia in molti sono preoccupati su quanto a lungo si possa continuare a gestire questa situazione.

Soleterre: la onlus che assiste i bambini malati di tumore

Soleterre è una onlus che dal 2003 lavora in Ucraina fornendo assistenza a bambini malati di tumore. Damiano Rizzi, il presidente, ha comunicato che da ieri sono in corso i trasferimenti di alcuni pazienti e delle loro famiglie da Kiev, non più sicura, a Ternopil. Altri, però, non possono essere spostati perché non è possibile interrompere le loro cure. Dalla casa di cura sono quindi stati portati in un bunker dell’ospedale, che però non è sicuro e ovviamente non può essere una soluzione a lungo termine. L’associazione ha reso pubblico un video dell’attuale situazione dal “reparto”. 

L’associazione si occupa di bambini che hanno tra i pochi mesi e i 17 anni affetti da tumore in un paese che già da anni è in difficoltà per il conflitto. La situazione però sta precipitando: cominciano a mancare i medicinali, non si possono effettuare gli interventi chirurgici, il luogo sta diventando troppo pericoloso e non è chiaro dove e come spostarsi in uno stato in guerra. Rizzi, in un’intervista, spiega la sua preoccupazione: “Il tumore non si ferma perché c’è una guerra.” 

Solidarietà e donazioni

Commuovono le immagini delle lunghe code della popolazione che aspetta di donare il sangue. Corrono sui social anche le foto delle mamme che attaccano adesivi con indicato il gruppo sanguigno dei loro figli sulle loro maniche. Scene che speravamo di non dover vedere. 

Oltre all’informazione e al supporto, ricordiamo che sono attive diverse raccolte fondi per sostenere la popolazione ucraina. È possibile ad esempio donare all’onlus Soleterre da qui.

Published by
Linda Carpenedo