L’osteoartrite è un disturbo che colpisce circa 520 milioni di persone in tutto il mondo; questa patologia è tipicamente indotta da stress traumatico o meccanico nell’articolazione colpita. Infatti, questa patologia porta ad un danneggiamento della cartilagine che non può essere, purtroppo, riparata in modo naturale. Recentemente, si è ideata una nuova terapia cellulare iniettabile per il trattamento dell’osteoartrite; questo nuovo trattamento promettente riduce l’infiammazione e rigenera la cartilagine articolare ed ha avuto ottimi risultati nella sperimentazione pre-clinica.
L’osteoartrite è una patologia che colpisce il sistema articolare. Nel dettaglio, l’articolazione del ginocchio è composta da una membrana, detta membrana sinoviale, che funge da protezione e secerne un fluido lubrificante; quest’ultimo è composto da componenti cellulari, le quali risultano necessarie per il mantenimento di un ambiente sano e per la capacità di esecuzione di movimenti senza alcun attrito. Nelle articolazioni sane quando si verifica una lesione, il corpo accorpa un gruppo di cellule infiammatorie e le invia al sito della lesione per contribuire alla pulizia dei tessuti danneggiati. Nell’articolazioni colpite da osteoartrite, tuttavia, una lesione traumatica porta all’infiammazione della membrana sinoviale e al danno alla cartilagine. Con il passare del tempo, l’infiammazione subisce un peggioramento e porta alla degradazione della cartilagine che riveste le ossa articolari; ciò conduce all’infiammazione cronica nei tessuti circostanti e causa gonfiore, forte dolore e spesso porta ad una limitazione delle attività quotidiane.
Inizialmente, si è analizzato cosa accade nelle articolazioni colpite da osteoartrite; in seguito, si sono confrontati questi processi con gli ambienti funzionali e si sono utilizzate queste informazioni per sviluppare un nuovo trattamento cellulare. I ricercatori hanno esaminato ciò che avviene all’interno dell’ambiente articolare colpito da osteoartrite ed hanno studio ciò che impedisce il processo di guarigione. Nel dettaglio, si è valutato se la popolazione cellulare presente nell’ambiente del fluido articolare non presenti di base la capacità di contribuire alla riparazione del tessuto funzionale, o se è presente qualche componente nell’ambiente che compromette la capacità di rigenerazione.
All’inizio del processo si sono isolate le cellule dal fluido articolare dei pazienti affetti da osteoartrite; in seguito, si sono separate le cellule dal fluido, poi si sono studiate in due circostanze: da sole e in presenza del fluido autologo. Si è notato che le cellule separate dal fluido presentano la capacità di subire i processi necessari per la riparazione del tessuto funzionale. Quando si è aggiunta una piccola percentuale del fluido nel saggio di coltura cellulare, le capacità delle cellule sono state compromesse suggerendo che lo specifico ambiente osteoartritico le limita.
Si è testato questo nuovo trattamento in un modello pre-clinico; grazie alla terapia si è ottenuta la capacità di invertire il danno alla cartilagine nella membrana sinoviale e di diminuire anche l’infiammazione. Per valutare l’efficacia clinica, si è condotto uno studio sull’uso della nuova terapia in 9 pazienti con osteoartrite confermata, ognuno dei quali ha ricevuto 1 o 2 iniezioni. Inoltre, si è valutata l’efficacia attraverso il punteggio del dolore e della vita funzionale, è stata ottenuta una risonanza magnetica pre- e post-trattamento e una biopsia di un paziente.
Dunque, sulla base di questi risultati e di ciò che è noto sulla riparazione del tessuto funzionale, si è progettata una terapia cellulare che può migliorare l’ambiente infiammatorio e rigenerare la cartilagine. Dunque, le cellule immunitarie che prendono di mira l’infiammazione, combinate con le cellule progenitrici, aiutano la rigenerazione dei tessuti. Si è rilevata una comunicazione dinamica tra queste due popolazioni cellulari, il che è cruciale per l’efficacia del trattamento. La combinazione di cellule porta al trattamento simultaneo di molti degli aspetti coinvolti nell’osteoartrite, ossia:
In conclusione, è emerso che i 9 pazienti, dopo il nuovo trattamento sperimentale hanno presentato un notevole miglioramento della qualità della vita ed una riduzione del dolore che ha permesso loro di prendere parte ad innumerevoli attività prima non possibili. Inoltre, le analisi effettuate con risonanza magnetica hanno confermato la rigenerazione della cartilagine colpita. Per il futuro risultano necessari ulteriori studi clinici per un’ottimale valutazione in una popolazione di pazienti più ampia; questo per valutare gli esiti in pazienti di diversi sottogruppi specifici.