Osteoporosi e impianti dentali
L’osteoporosi è una malattia che provoca la progressiva alterazione e indebolimento della struttura delle ossa, rendendole fragili e soggette a possibili fratture.
Essa si può considerare a tutti gli effetti come una delle grandi malattie dei nostri tempi, poiché si stima che circa 200 milioni di persone al mondo ne soffrano, ovviamente con forme e stadi di avanzamento differenti (i casi peggiori sono quelli nei quali si va incontro a fratture spontanee, sintomo conclamato di uno stadio di avanzamento della malattia particolarmente importante).
Solitamente si riscontrano due tipologie principali di osteoporosi, una ormonale, che colpisce le donne in menopausa a causa di un abbassamento del livello degli estrogeni, e una senile, che colpisce soggetti anziani e che tende a peggiorare con l’avanzamento dell’età.
Osteoporosi e parodontite: quale correlazione?
Può sussistere una correlazione con casi di parodontiti, ossia con malattie infiammatorie croniche che colpiscono il dente, portando alla progressiva distruzione della sua struttura?
Le parodontiti non sono necessariamente associate a una singola malattia, ma a numerose problematiche sistemiche, e sicuramente tra queste possiamo considerare anche l’osteoporosi, che è a tutti gli effetti una problematica che colpisce il metabolismo osseo.
Un dente è normalmente ancorato al cosiddetto osso alveolare, ossia una porzione delle ossa mascellari all’interno delle quali sono posizionati i denti.
E’ chiaro che un osso in salute, che non presenta problematiche di fragilità, ha la possibilità di reagire positivamente a terapie conservative per la salvaguardia del dente, in caso di parodontiti, ma anche a procedure di ricostruzione del dente o inserimento di impianti dentali.
Chi soffre di osteoporosi, invece, va incontro a una progressiva demineralizzazione delle ossa, rendendole sempre più fragili. E’ chiaro che in caso di parodontiti serie, questo quadro clinico potrebbe rappresentare un fattore di rischio nella ricerca di una positiva evoluzione del trattamento conservativo, scongiurando la perdita di attacco dentale.
Rischia, quindi, di portare anche a un fallimento o insuccesso negli interventi di inserimento di impianto dentale?
Inserimento di impianti dentali in pazienti affetti da osteoporosi
Esiste una correlazione anche tra i casi di osteoporosi e l’aumento dei casi di fallimento implantare?
Come visto, i pazienti con un osso caratterizzato da bassa densità ed elevata fragilità, sicuramente non si trovano in condizioni strutturali ottimali, di conseguenza potrebbe esserci un maggior rischio di fallimento nel momento in cui viene inserito un impianto dentale.
Negli ultimi anni, per rispondere a questo dubbio, sono stati eseguiti degli studi di settore appositi, dove si è cercato di valutare, in un campione di pazienti ai quali era stato inserito un impianto dentale, se vi fosse una correlazione tra presenza di osteoporosi e impianti dentali falliti. Lo studio è stato pubblicato nel Gennaio 2019 su Journal of Dental Research.
Dai dati raccolti sembra che non ci sia una diretta correlazione tra casi di osteoporosi e casi di fallimento implantare (lo studio è difatti durato per 5 anni e anche se i pazienti riscontravano questa problematica si è raggiunto un tasso di sopravvivenza degli impianti pari al 96,5%).
Questo vuol dire che i pazienti con osteoporosi non sono per forza più a rischio di sviluppare una insufficiente osteointegrazione, con conseguente fallimento dell’impianto dentale nel lungo periodo.
Quindi inserire un impianto dentale, anche se si soffre di osteoporosi, è possibile?
La risposta è si. I pazienti che presentano problematiche di questo genere possono essere trattati normalmente, ma è corretto prestare attenzione al tipo di osteoporosi che hanno, e a quale eventuale terapia farmacologica stanno facendo fronte.
In questo modo si ha la possibilità di calibrare la giusta terapia implantare, che dovrà:
- essere minimamente invasiva, con l’utilizzo di tecniche chirurgiche che siano a basso impatto;
- prevedere l’utilizzo di impianti dentali specifici, che possono garantire la giusta stabilità con una ridotta aggressività per quanto riguarda l’osso del paziente.
E se il paziente che soffre di osteoporosi inserisce un impianto dentale, deve sospendere temporaneamente i propri farmaci?
Normalmente il trattamento di cura per pazienti affetti da osteoporosi prevede l’assunzione di una molecola che rientra all’interno della categoria dei bifosfonati, farmaci introdotti già da molti anni e utilizzati come additivi nei dentifrici specifici che agiscono direttamente sulla causa della carie.
Queste molecole devono essere sospese, ovviamente di comune accordo con il proprio terapeuta, per un periodo di tempo che verrà valutato a seconda dei casi.
Dobbiamo inoltre controllare il dosaggio ematico di queste molecole al fine di ridurre il rischio biologico che si possano riscontrare delle complicanze come l’osteonecrosi dei mascellari (una malattia comunque ancora in fase di studio e approfondimento).
Quel che deve essere sottolineato, in conclusione, è che i pazienti con osteoporosi, pur con le dovute precauzioni del caso, possono essere sottoposti a trattamenti di natura implantare.
Fondamentale in tal senso è il corretto scambio di informazioni tra paziente e odontoiatra, che durante la fase di anamnesi preliminare deve essere in grado di raccogliere più informazioni possibili sullo stato di salute del paziente e sui farmaci assunti (logico pensare che pochi siano esattamente a conoscenza di cosa è presente all’interno dei loro farmaci e che magari non sanno di assumerne alcuni che presentano potenziali correlazioni negativi con i trattamenti implantari) formulando così una terapia corretta.