Home / (Bio)Informatica / Paralizzata da 5 anni ritorna a camminare con neurostimolatore

Paralizzata da 5 anni ritorna a camminare con neurostimolatore

Ieri, a Milano, una donna paralizzata da 5 anni ha ripreso a camminare. Nei giorni scorsi è avvenuta una cosa simile anche in Svizzera, dove un uomo, grazie all’intelligenza artificiale e ad un ponte digitale è ritornato a camminare. La donna ora riesce ad alzarsi e a compiere piccoli passi, con l’ausilio di un deambulatore, grazie a un neuro stimolatore. Si analizza nell’articolo il dispositivo adoperato, la vicenda e come la donna ha ripreso a camminare.

La donna paralizzata da 5 anni

Una giovane donna di 32 anni, in seguito a un incidente stradale, ha riportato una lesione midollare che le ha impedito di poter camminare. Grazie a un intervento, la donna ha ripreso a muovere i primi passi. La prima operazione di tale genere in Italia è stata eseguita all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, dal team di neurochirurghi guidato dal professore Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia e ordinario presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, in collaborazione con gli ingegneri dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretti dal professore Silvestro Micera.

Il professore Pietro Mortini dichiara che per la prima volta stanno portando avanti un nuovo protocollo di ricerca clinica avanzata. Se il risultato avrà un riscontro promettente, verrà inserito nella pratica clinica, divenendo una soluzione terapeutica per i pazienti con lesioni midollari. La donna ha iniziato un lungo percorso di riabilitazione, seguita dal dottore Sandro Iannoccone, primario dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici Cognitivi-Motori, che l’ha portata a mantenere una postura eretta e a camminare con l’utilizzo di un deambulatore.

paralizzata da 5 anni

L’impianto

La riuscita dell’intervento, con la successiva ripresa della mobilità per la donna, fa parte di uno dei tre impianti che sono avvenuti in collaborazione con il gruppo del Politecnico di Losanna (Epfl), guidato dal professore Grégoire Courtine. Il dispositivo impiantato è costituito da due parti:

  1. Un supporto biocompatibile con 32 elettrodi, inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale;
  2. Un generatore di impulsi, inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Gli impulsi erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli;
paralizzata da 5 anni
Credits- Corriere della Sera/ Descrizione dell’intervento

L’intervento ha avuto una durata di 3 ore ed è una tipologia di operazione neurochirurgica mini invasiva, avvenuta con il monitoraggio neurofisiologico continuo. Il neurotrasmettitore impiantato ha permesso di garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione.

Sviluppi futuri per la donna paralizzata da 5 anni

Alla donna è stato impiantato un dispositivo simile a quello adoperato per la terapia della stimolazione in caso di dolore cronico. Inoltre, è possibile programmarlo per ottenere dei risultati brillanti, infatti, la donna ha ripreso a camminare con l’utilizzo di un deambulatore in quattro settimane. I pazienti in condizioni simili alla donna, hanno subito un processo di riabilitazione particolare a tappe successive: si è partiti dal muovere i primi passi su una superficie piana per poi salire le scale. La donna paralizzata da 5 anni è passata da una serie a rotelle a poter camminare.

Nel futuro prossimo, dati i risultati promettenti di questa tecnica, ci si augura, come dichiara il dottor Luigi Albano, che questa tipologia di intervento possa entrare nella pratica clinica corrente. Inoltre, ci si auspica che possa trattare anche lesioni del midollo spinale, determinate da malattie neuro degenerative come la sclerosi multipla nei pazienti che verranno reclutati dall’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Inoltre, questo nuovo dispositivo rientra in un programma attivato sempre dall’Ospedale San Raffaele sullo sviluppo di nuove terapie innovative, le quali adoperano un’interfaccia tra i dispositivi elettrici e il sistema nervoso centrale. Il professore Mortini, conclude ritenendosi soddisfatto dei risultati che stanno ottenendo, con la consapevolezza che sono necessarie diverse figure per adoperare questi interventi come ingegneri, riabilitatori e persone che guidano il paziente. È essenziale per la riuscita di questa nuova pratica clinica creare dei programmi di formazione specifica per ottenere un personale qualificato.

Credits immagine di copertina – Corriere della Sera