Ecco che finalmente, dopo un’estate rovente, è arrivato l’autunno! Le giornate uggiose, la pioggia, il thè caldo, le coperte, le serate passate davanti al camino! Purtroppo, non è tutto rose e fiori perché con il freddo, arrivano anche i primi malanni! Raffreddore, tosse e tanti starnuti ci accompagneranno per i prossimi mesi! Ma perché quasi sempre non ci accontentiamo di un solo starnuto per liberarci di quel fastidio che lo causa?
Lo starnuto è un atto riflesso respiratorio che provoca un’emissione di aria dai polmoni. È da attribuire al nervo trigemino. Questo nervo, costituito da fibre sensitive che arrivano fino alla mucosa delle cavità nasali, può essere stimolato da particelle estranee (come pelo di animale, fieno, fumo, polline, polvere) e va quindi a trasmettere impulsi al cervello che, per tutta risposta, innesca un riflesso automatico: lo starnuto. I polmoni si riempiono di aria in seguito all’inspirazione che precede lo starnuto e, contemporaneamente, si coordina la contrazione dei muscoli del torace, faringe e laringe. Per qualche istante le vie aeree si ostruiscono e il battito cardiaco accelera. La pressione di aria nei polmoni a questo punto, è così elevata da causare un rilassamento rapido dei muscoli e le vie aeree si aprono istantaneamente con conseguente fuoriuscita di aria ad una velocità di circa 160 km/h, costituita da un numero di batteri compreso tra i 2.000 e i 5.000 che, se non bloccati con un fazzoletto, possono viaggiare fino a 7-8 metri!!!
Quindi, oltre ad aria, con lo starnuto vengono eliminati anche liquidi e corpuscoli contenuti nelle fosse nasali. Lo starnuto è, dunque, un meccanismo di difesa che consente l’eliminazione rapida di agenti patogeni o corpi estranei. Non sempre però lo starnuto è correlato ad uno stato di infiammazione della mucosa nasale (come accade nel raffreddore), ma si può starnutire anche a causa di reazioni allergiche o per l’inalazione di polvere, pepe o altre sostanze irritanti. Tali sostanze vengono trattenute nelle fosse nasali e penetrano sempre più in profondità, fino ad entrare in contatto con le immunoglobuline E (anticorpi addestrati a catturare le proteine dei pollini o altri allergeni); a questo punto, si dà il via a quella serie di eventi precedentemente descritta che portano allo starnuto. Generalmente, al primo starnuto ne susseguono altri ed è curioso il fatto che solitamente siano proprio 3 (e non 2, 4 o 10). Ma perché?
Leggi anche: Covid19: qual è la distanza percorsa da uno starnuto?
A tutti è successo di starnutire per più volte di fila in quanto al primo starnuto non sentiamo il naso pienamente libero e quindi ecco che deve necessariamente seguire il secondo e il terzo starnuto. Fare tre starnuti di fila permette di espellere correttamente gli agenti irritanti ed ogni starnuto ha una precisa funzione: il primo smuove gli agenti dal naso, il secondo li porta sulla punta del naso e il terzo li elimina definitivamente. Dunque, il primo starnuto ha come obiettivo l’indebolimento del nemico e gli altri servono per l’eliminazione! È proprio questo il motivo per il quale trattenere o peggio bloccare gli starnuti non è consigliabile: in tal modo, le particelle non riescono a uscire e restano bloccate nell’organismo con conseguente possibilità di proliferazione delle stesse e insorgenza di infezioni. Inoltre, bloccare uno starnuto può causare problemi anche più gravi: mal di testa, rigonfiamento intorno agli occhi, lesione interna all’orecchio con rottura del timpano o vertigini e perdita dell’udito, rottura di un vaso sanguigno nella parte bianca degli occhi, lesione del diaframma o indebolimento di un vaso sanguigno del cervello con possibile conseguente rottura a causa del momentaneo aumento della pressione arteriosa. Insomma, trattenere uno starnuto non è una buona idea ma sarebbe sempre giusto lasciarlo uscire avendo l’accortezza di mettere la mano davanti la bocca o, meglio ancora, un fazzoletto. E voi? Quanti starnuti fate?