Phubbing: cos’è, perché è dannoso e come evitarlo
Il cellulare è uno degli oggetti che ha contribuito a cambiare in meglio le nostre vite e di cui, ormai, non possiamo più fare a meno. Grazie ad esso siamo costantemente aggiornati sulle news provenienti da tutto il mondo e in continuo contatto anche con i nostri amici/parenti più lontani. Questo, però, può avere indubbiamente anche dei risvolti negativi sulla nostra salute e sulle nostre abitudini. È proprio il caso di quelle persone che controllano continuamente il proprio telefono e la home sui propri profili social, un fenomeno meglio conosciuto come Phubbing.
Che cos’è il Phubbing?
Molte persone, forse, ancora non conoscono cos’è il Phubbing; ma sicuramente avranno avuto a che farci in più di un’occasione. Il termine deriva dall’unione delle parole inglesi phone (telefono) e snubbing (snobbare) e indica:
“L’atteggiamento poco cortese di trascurare l’interlocutore con cui si è impegnati in una qualsiasi situazione per controllare compulsivamente lo smartphone ogni cinque minuti”.
Enciclopedia Treccani
Il termine fu creato a tavolino nel 2012, all’Università di Sidney, per promuovere un dizionario ed in seguito è diventato virale grazie ad un’oculata operazione di marketing e, paradossalmente, grazie alla spinta propulsiva dei social media.
L’origine del Phubbing e perché ci fa male
Alla sua origine sembra esserci soprattutto la mancanza di autocontrollo, che trova sfogo nella tendenza compulsiva a guardare il cellulare. Ma non è tutto, un’ulteriore fobia che contribuirebbe ad alimentare questa malsana abitudine potrebbe essere la paura di essere tagliati fuori dalle notizie o dai rapporti sociali (la cosiddetta FoMo, dall’inglese Fear of missing out). Fermo restando, infine, che non bisogna escludere la dipendenza da internet come uno dei fattori scatenanti. Il phubbing, quindi, può portare a sentimenti di solitudine, depressione e ansia, oltre a danneggiare la qualità delle relazioni interpersonali.
Uno studio condotto nel 2019 da un team dell’Aarhus University, Danimarca, ha accertato che questa abitudine è socialmente accettata nonostante si riconosce che sia molto irrispettosa e sgradevole. Gli autori parlano proprio di acrasia digitale, un termine greco che non a caso indica l’incapacità di agire secondo principi ragionevoli.
Alcuni studi sul fenomeno
Un’altra importante conferma accademica viene dagli psicologi della Kent’s School of Psychology. In uno studio, pubblicato sul Journal of Applied Social Psychology, l’equipe ha confermato i numerosi risvolti negativi derivanti da questa pratica. Conclusione? Il phubbing peggiora in maniera significativa la comunicazione e la relazione tra le persone.
Il loro studio ha coinvolto 153 partecipanti a cui è stato chiesto di guardare un video di 3 minuti sulla conversazione tra due persone. Ogni partecipante, durante la visione, aveva il semplice compito di immedesimarsi in uno dei due soggetti coinvolti; inoltre, ad ognuno è stato assegnata una diversa situazione: nessun phubbing, phubbing leggero, phubbing massiccio.
Risultato? Con l’aumentare del livello di phubbing, i partecipanti hanno sentito maggiori minacce ai propri bisogni fondamentali, recepito un’inferiore qualità della conversazione e constatato una relazione meno soddisfacente. I risultati dello studio hanno anche mostrato che il phubbing influiva sul bisogno di appartenenza, il che spiegava gli effetti negativi complessivi sull’interazione sociale.
Parola d’ordine: moderazione
I ricercatori hanno, quindi, considerato il phubbing come una vera e propria forma di esclusione sociale capace di minacciare i bisogni fondamentali delle persone come: appartenenza, autostima, senso di realizzazione e controllo.
Quello che costituisce sicuramente una buona notizia è che l’intelligenza sociale non è una capacità innata, ma si può imparare attraverso l’esperienza. La speranza, quindi, è che imparando a riconoscere questa cattiva abitudine e le conseguenze negative che si possono ripercuotere sulla nostra salute mentale, le persone si impegnino il più possibile per combatterla. Come? Dedicando più tempo alle relazioni sociali, evitando di dare più peso al telefono quando si gode già di un’ottima compagnia.
Come prevenire questo fenomeno
Per prevenire il phubbing, è importante stabilire regole chiare sulle modalità di utilizzo dei dispositivi mobili durante le attività sociali. Ad esempio, si può decidere di spegnere il cellulare durante i pasti o durante le conversazioni importanti. Inoltre, è importante educare le persone sull’importanza della comunicazione faccia a faccia e sulla necessità di mantenere relazioni sociali sane e significative. Gli esperti raccomandano di dedicare del tempo alla conversazione senza distrazioni e di utilizzare i dispositivi mobili in modo consapevole e responsabile.
È anche importante che i genitori modellino il comportamento positivo ai propri figli, limitando il loro tempo sugli schermi e incoraggiandoli a interagire con gli altri. Le scuole dovrebbero considerare l’implementazione di programmi di educazione sui pericoli dell’uso eccessivo di smartphone e sui modi per prevenire il phubbing. Esistono alcune applicazioni che possono aiutare a prevenire il phubbing, come ad esempio “Moment”, che traccia il tempo che trascorriamo sul nostro smartphone e ci aiuta a ridurre l’uso eccessivo.
Uno spunto significativo viene dalla rivoluzione silenziosa dei giovani del Luddite Club. Adolescenti, di cui molte testate hanno parlato nei giorni scorsi, che rinunciano agli smartphone per ritrovare la parte più profonda di sé stessi e legare il più possibile con gli altri. Un modo sicuramente molto drastico per evitare il problema del phubbing, ma dal quale potremmo prendere spunto per creare una versione decisamente più moderata di questo movimento: una via di mezzo tra i Luddisti e il phubbing.
Un fenomeno che colpisce moltissime persone a livello mondiale
In conclusione, il phubbing è un fenomeno sempre più diffuso nella società moderna, che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale, fisica e sociale delle persone. Tuttavia, ci sono diverse strategie efficaci per prevenirlo, come l’impostazione di limiti sull’uso del dispositivo mobile e la promozione di comportamenti sani e interazioni sociali positive. Inoltre, le applicazioni possono essere utili per aiutare le persone a ridurre l’uso eccessivo del loro smartphone. È importante che tutti prendano in considerazione l’impatto del phubbing sulla loro vita e sulla vita degli altri, e agiscano di conseguenza per prevenirlo.