A seguito del Covid-19 ci si è resi conto che l’uso della tecnologia digitale, e delle piattaforme in cloud, nella sanità ha portato ad un miglioramento delle prestazioni dell’assistenza medica erogate e delle cure dei pazienti. Questi sono i motivi per i quali la telemedicina, e i sistemi digitali associati, acquistano un ruolo di rilievo nello scenario sanitario, rendendosi anche protagonisti di nuovi investimenti nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Non a caso, il 17 dicembre 2020 la Conferenza Stato-Regione ha dato il via libera alle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina“, con l’obiettivo di offrire vantaggi ai pazienti anziani o malati cronici, per i quali è difficile recarsi alle visite mediche a causa delle loro condizioni troppo gravi o perché il rischio di infezione è considerato troppo alto.
Oggi i sistemi digitali hanno funzionalità molto più sviluppate rispetto al periodo pre-pandemia. Infatti, oltre allo scambio di dati a distanza tramite internet, supportano anche sistemi cloud e chatbot medici, che aiutano a semplificare i flussi di lavoro. Troviamo anche l’uso di software d’intelligenza artificiale che possono rilevare in modo rapido e affidabile le anomalie nei raggi X, nelle MRI e delle analisi dei campioni da laboratorio. In più, allargando il panorama alla teleriabilitazione, tramite una connessione diretta ai sensori indossabili, è possibile il trattamento fisico-motorio del paziente con il monitoraggio dei parametri vitali.
La difficoltà principale dei sistemi digitali è dovuta alla necessità di utilizzare una tecnologia agile che riduca al minimo i bug e le interruzioni. Questo ha spinto molte aziende softwariste, non necessariamente con background sanitario, alla ricerca di soluzioni innovative di piattaforme in cloud dedicate alla completa gestione digitalizzata del flusso di lavoro, in particolar modo per la diagnostica imaging, laboratorio di analisi cliniche, assistenza specialistica ambulatoriale e chirurgica.
Queste piattaforme sono caratterizzate da architetture cloud scalabili atte a garantire l’archiviazione sicura dei dati clinici e sensibili dei pazienti, in linea con le specifiche norme di privacy, e la business continuity della struttura sanitaria, che sono un argomento attualissimo che suscita molto interesse soprattutto in un’ottica di condivisione e refertazione a distanza.
Quindi, le nuove piattaforme di telemedicina rispondono alle esigenze di qualunque struttura sanitaria offrendo delle soluzioni totalmente personalizzabili e modulari.
Ad esempio, nella diagnostica per immagini uno dei grandi vantaggi delle piattaforme digitali è quello di integrare dei moduli funzionali specifici di minima, proprietari delle case madri, con un sistema informativo integrato RIS-PACS dedicato alla completa gestione digitalizzata delle attività di imaging. In questo modo è possibile gestire il paziente dall’accettazione alla dimissione; creare delle liste di lavoro per singole apparecchiature diagnostiche; creare un referto in modo automatico e personalizzato con o senza le immagini.
Oltretutto, grazie alla modularità con cui sono state pensate le piattaforme digitali, è possibile integrare diversi moduli software per l’archiviazione delle immagini radiologiche DICOM con interfacce di gestione web; software di visualizzazione delle immagini DICOM compatibili con i differenti browser; software in cloud per interconnettere apparecchiature diagnostiche in modo tale da avere uno scambio bidirezionale di dati operativi e clinici finalizzato all’ottimizzazione dei processi aziendali.
TeamViewer, società tecnologica tedesca che opera da 15 anni nell’ambito della trasformazione digitale delle imprese, oggi presente a livello mondiale, ha proposto al Sistema Sanitario Nazionale del Regno Unito una soluzione in TeamViewer per proteggere e mantenere le proprie reti in strutture mediche e cliniche, con una riduzione dei costi del servizio IT di circa l’80%.
Grazie a questa piattaforma di condivisione sono riusciti a controllare da remoto gli scanner MRI, riducendo l’impatto della carenza di manodopera qualificata che il Covid19 ha provocato.
TeamViewer ha collaborato con Siemens Healthineers, per contrastare la carenza di lavoratori qualificati nel campo della risonanza magnetica (MRI). Questo servizio prende il nome di WeScan e sfrutta la tecnologia di connettività di TeamViewer per aiutare gli operatori sanitari a eseguire esami di risonanza magnetica se non dispongono di personale di radiologia qualificato in loco.
La novità sta nel fatto che WeScan genera e gestisce un elevato volume di dati che devono essere scambiati tra reti IT in tempo reale. Infatti, la tecnologia TeamViewer mette in campo i suoi punti di forza in termini di sicurezza dei dati e condivisione in real-time.
Gli esperti possono utilizzare gli scanner MRI in remoto tramite WeScan, migliorando l’utilizzo delle apparecchiature e quindi il servizio ai pazienti.
Certo è che molti medici utilizzano i servizi digitali a supporto del monitoraggio e della salute del paziente, che ad oggi sono sempre più parte della quotidianità, anche di pazienti cronici: per il 61% degli italiani la telemedicina avrà un ruolo importante nella gestione della sanità anche una volta superata l’emergenza.
Purtroppo ancora manca una linea guida legislativa ben strutturata e salda. La telemedicina e altre innovazioni digitali dovranno essere definite da norme che per ora non esistono, e sono i medici stessi a segnalarlo.
Occorre un quadro normativo specifico per regolamentare queste pratiche, anche in termini di rapporto tra clinici e Servizio sanitario nazionale. Questo è il primo punto di partenza su cui si deve lavorare per migliorare ancora di più le prestazioni sanitarie.