Come sappiamo, le interfacce neurali mirano a creare una reciproca interazione tra gli uomini e le macchine che li circondano. Le potenzialità di queste tecnologie sono innumerevoli e si prestano a svariati campi applicativi, tra i quali troviamo quello militare. La Defense Advanced Projects Agency (DARPA) ha partecipato attivamente allo sviluppo delle BCIs (brain-computer interfaces), finanziando ricerche scientifiche in questo campo sin dagli anni ’70. Tra i dispositivi più interessanti sviluppati dall’agenzia troviamo un’interfaccia neurale che consente ai piloti militari di controllare droni e velivoli con la forza del pensiero.
Il progetto è stato rivelato durante l’evento del 60esimo anniversario della DARPA, ma l’agenzia ha lavorato alla tecnologia per anni.
Nel 2016, un volontario ha utilizzato un’interfaccia neurale per pilotare un aereo in un simulatore di volo mentre manteneva in formazione altri due aerei. Nel 2017 è stato fatto un ulteriore passo in avanti: le tecnologia ha permesso ad un pilota non solo di controllare un velivolo, ma ha anche di ricevere dei feedback tattili.
Ora, i ricercatori hanno perfezionato la tecnologia in modo da poter controllare tre velivoli contemporaneamente. La particolarità di questo sistema è che non si limita al semplice controllo dei velivoli, ma permette di instaurare con questi una vera e propria conversazione telepatica. Ciò consente al pilota di venire a conoscenza dei pericoli che potrebbero presentarsi e di agire di conseguenza.
Tuttavia, c’è un problema. Le interfacce neurali utilizzate per il progetto fanno uso di elettrodi impiantati a livello delle cortecce sensoriali e motorie del cervello. Questi elettrodi permettono di instaurare connessioni precise e di alta qualità, ma non sono adatti a persone normodotate. Per tale motivo la sperimentazione è stata limitata a soli volontari affetti da diversi gradi di paralisi.
Per rendere questa tecnologia più accessibile, la DARPA ha lanciato il programma Next-generation Nonsurgical Neurotechnology (N3) , che si prefigge lo scopo di ideare delle interfacce neurali affidabili senza ricorrere ad interventi chirurgici. L’idea è quella di utilizzare un dispositivo indossabile, simile ad una cuffia per EEG, che il pilota potrà togliere facilmente una volta completata la missione.
Come ha dichiarato il Dr. Al Emondi, direttore del programma presso l’ Ufficio Tecnologie Biologiche (BTO) della DARPA:
“I sistemi intelligenti avranno un impatto significativo su come le nostre truppe opereranno in futuro, e ora è il momento di pensare a come funzioneranno queste interazioni tra uomini e macchine e come realizzarle. Se mettiamo i migliori scienziati su questo problema, supereremo gli attuali approcci per le interfacce neurali e apriremo le porte a interfacce pratiche ad alte prestazioni. “