Covid-19

Plasma-terapia e covid19: i risultati ottenuti in Italia relativi a questa cura. Burioni: “avevo ragione!”

Qualche settimana fa, Le Iene hanno accusato il famoso virologo Roberto Burioni di avere conflitti di interesse relativamente alle cure del covid19. Il virologo sosteneva (e sostiene), infatti, che la plasma-terapia (o plasma iperimmune) potesse essere una soluzione valida, ma entro certi limiti, considerando i rischi e le complicazioni che essa può portare con sé in generale e nella cura del covid19. Burioni, essendo da sempre interessato agli anticorpi monoclonali (cioè anticorpi prodotti da un solo tipo di cellula immunitaria, che possono essere creati in laboratorio) e indicandoli come possibile soluzione al covid19, potrebbe suscitare in alcuni il dubbio che abbia un conflitto d’interesse. In un lungo post su Facebook, sulla sua pagina “Medical Facts di Roberto Burioni“, annuncia che sono stati pubblicati i risultati dello studio sulla plasma-terapia contro il covid19, firmati anche dal dottor Giuseppe De Donno, intervistato durante il succitato servizio, condotto da Le Iene.

I risultati dello studio sull’efficacia della plasma-terapia

Il virologo Burioni aveva suscitato molto scalpore per le sue dichiarazioni a proposito della plasma-terapia. Egli, infatti, in un video esplicativo sul suo sito Medical Facts aveva esposto i pro e i contro della plasma-terapia, in particolare ha spiegato che:

  • la preparazione del plasma per una trasfusione non è economica: il plasma deve essere pulito e reso idoneo all’iniezione in un paziente;
  • il plasma può contenere ulteriori virus che potremmo ancora non conoscere;
  • non è una cura sempre efficace: funzionò per la difterite e l’epatite sia A che B, ma non ebbe successo con HIV ed epatite C, dunque, non rappresenta una certezza assoluta;
  • la cura con plasma iperimmune non stimola il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi, bensì sfrutterebbe quelli introdotti da tale cura, i quali, a volte agiscono contro le cellule “buone” del nostro organismo, determinando complicazioni, come sindromi che interessano i polmoni.

Dallo studio, emerge che alcuni punti sostengono la tesi del professor Burioni. Su 46 pazienti affetti da covid19 trattati con plasma, 4 hanno avuto complicazioni, tra cui grave insufficienza polmonare causata dalla somiministrazione del siero; 3 pazienti sono morti (6,5%), comunque inferiore alla statistica che prevedeva un tasso di mortalità pari al 15%, nonostante la somministrazione di plasma; 26/30 hanno avuto necessità della respirazione assistita da ventilatore e 3/7 sono stati estubati.

Perché Burioni si sofferma sulla firma di Giuseppe De Donno

Nel servizio de Le Iene, il dottor Giuseppe De Donno era stato intervistato da la iena Alessandro Politi che gli ha rivolto domande relative ai costi di produzione del plasma, sottolineando che il virologo Burioni aveva in precedenza sostenuto che il trattamento del siero, avrebbe richiesto un’ingente spesa economica. Il dottor De Donno, che ha firmato il presente studio, nel servizio ha affermato: “Noi siamo un ente pubblico, non è che dobbiamo far mercato. Il donatore ci dona il suo plasma gratuitamente e noi dobbiamo metterci la sacca di vinile, il procedimento di sterilizzazione o di analisi virale o molecolare, la stessa che facciamo per le altre donazioni, però il costo è quello: 80€ a sacca. […] Il rischio infettivo è di 1 a 20 milioni, praticamente inesistente”. Dunque, le parole del Dottor De Donno erano in contrasto con le tesi esposte dal virologo Burioni, motivo per cui, quest’ultimo ha potuto sottolineare nel suo post su Facebook l’attendibilità e veridicità dello studio e delle sue parole relative alla plasma-terapia. Non tutti i punti hanno appoggiato le parole del virologo, solo in parte. Scientificamente, però, siamo molto soddisfatti dei risultati dello studio, poiché apre la strada a futuri sviluppi. Gli studiosi degli ospedali di Pavia e Mantova del lavoro scientifico condotto, concludono scivendo. “Questo è uno studio volto alla dimostrazione del concetto alla base della terapia, quindi questi dati non devono essere sovrainterpretati e l’efficacia non può essere ancora affermata.”

Published by
Antonella Barone