Gran parte delle molecole introdotte con il cibo (vitamine, proteine, sali minerali,carboidrati, acidi grassi, polifenoli ect.) esplicano la propria funzione interagendo con i recettori cellulari e con altre molecole al fine di garantire l’omeostasi del sistema. Fin dagli anni ’90 i continui studi scientifici sui composti fenolici ha suscitato un grande interesse grazie alla loro azione benefica sulla salute dell’uomo. Anche le industrie alimentari, infatti, iniziarono a produrre integratori a base di polifenoli. Cosa sono e come agiscono? Scopriamolo insieme.
I polifenoli costituiscono un ampio gruppo di metaboliti secondari vegetali ampiamente distribuiti in tutto il regno vegetale. Si trovano principalmente nella frutta, nella verdura, nei legumi, in alcuni semi e nei cereali integrali. Nella frutta, inoltre, alcuni studi hanno dimostrato come la maggior quantità di polifenoli sia presente nella buccia e nella polpa in prossimità della buccia stessa.
Da un punto di vista chimico, i polifenoli sono molecole aventi nella loro struttura molteplici gruppi fenolici. Sempre analizzandole chimicamente, possiamo classificarle in base a diverse caratteristiche. I polifenoli, infatti, vengono distinti in diverse famiglie. Prendendo in considerazione le più importanti:
Come già accennato, questa molecola è presente in abbondanza nel regno vegetale. Le più importanti fonti alimentari si riscontrano nei prodotti maggiormente presenti sulle nostre tavole:
Il consiglio più “famoso” in ambito nutrizionale è quello di variare la scelta degli alimenti. Questo perchè ogni alimento possiede delle proprietà nutrizionali differenti da altri; infatti, anche nel caso dei polifenoli è bene consumare nelle giuste quantità le diverse fonti di queste molecole. Sebbene la quercetina, sia flavonoide abbondantemente distribuito nella maggior parte dei prodotti vegetali, altri possono essere specifici per alcuni prodotti alimentari (i flavononi li riscontriamo soli negli agrumi per esempio).
Ancor prima di analizzare la biodisponibilità della molecola in questione, è bene precisare che con il termine “biodisponibilità” ci riferiamo alla quantità del nutriente che il nostro organismo è in grado di assorbire e, naturalmente, di utilizzare. Diversi studi hanno dimostrato come alcuni fattori siano in grado di influenzare il contenuto di polifenoli negli alimenti. Analizziamoli:
La limitata biodisponibilità di questa molecole risulta essere un problema. Oltre alle cause appena citate, la biodisponibilità è limitata anche a causa di un meccanismo che innesca il nostro stesso organismo, Infatti, solitamente il corpo tratta i polifenoli consumati come xenobiotici (farmaco); questo porta a cambiamenti nella loro attività biologica aumentando il loro tasso di escrezione.
Per raggiungere una sufficiente concentrazione nel loro sito d’azione i polifenoli devono superare molte barriere: il pH acido dello stomaco, l’azione degli enzimi epatici ed intestinali e l’interazione con gli enzimi del microbiota intestinale.
Una volta introdotti, i polifenoli passano intatti attraverso l’intestino andando a modificare la microflora intestinale; inibiscono i batteri patogeni e contemporanemante stimolano batteri aventi un’azione benefica per il nostro organismo. Pertanto, numerosi studi negli anni si sono soffermati ad osservare gli effetti benefici legati ad un frequente consumo di alimenti contenenti questa molecola.
La grande importanza che hanno assunto negli anni queste molecole è data dal fatto che i polifenoli sono molecole antiossidanti naturali che apportano beneficio a livello cardiovascolare, nei casi di malattie legate alla senescenza ed, inoltre, sembrano favorire l’arresto della crescita tumorale. Scopriamo di più.
Attualmente nessuno studio ha dimostrato controindicazioni legate all’assunzione di queste molecole. Anche in alcune fasi della vita, come la gravidanza, seguire una dieta bilanciata assumendo le giuste dosi di polifenoli non risulta avere danni all’organismo della donna e/o del feto.
Tuttavia, è bene tenere a mente che alcuni polifenoli se combinati con altri alimenti, possono impedire o limitare l’assorbimento di specifici nutrienti. Molte molecole, abbondanti nella frutta e nella verdura, vengono spesso consumate nello stesso pasto e finiscono per interagire tra di loro. Il ferro è un esempio lampante; se alimenti ricchi di ferro vengono associati ad alimenti ricchi di tannini (polifenoli presenti nel vino), quest’ultimi riducono l’assorbimento del ferro del 70%.
Altro caso di mal assorbimento è dato dalla combinazione della luteina, molecola lipofila contenuta in alcuni vegetali ed il flavonoide narigenina, molecola idrofila contenuta in agrumi, pomodori e ciliege. Ancora una volta, dunque, equilibrio e varietà a tavola insieme a dei piccoli accorgimenti sono il segreto per una corretta alimentazione.