Nel cuore della Svizzera, a Rafz nel Canton Zurigo, una start-up sta tentando di trasformare la fantascienza in realtà. Con un investimento di 200.000 euro, è possibile sottoporsi a una procedura di crioconservazione, sperando che la medicina futura possa risvegliarci da un sonno gelido. Ma cosa implica davvero questa tecnologia e quali sono le sue prospettive? Scopriamolo insieme.
La crioconservazione è una procedura che prevede il congelamento di corpi umani a temperature estremamente basse, con l’obiettivo di preservare i tessuti biologici in attesa di una possibile rianimazione futura. Il dottor Emil Kendziorra, attraverso la sua start-up “Tomorrow”, sta sperimentando questa tecnologia con l’ausilio di un’équipe medica specializzata. I corpi vengono conservati a -196 gradi Celsius in azoto liquido, garantendo una conservazione teoricamente infinita senza degrado.
Nonostante i progressi, attualmente non esistono garanzie di successo per la rianimazione di un corpo crioconservato. La ricerca medica, sebbene in costante progresso, non è ancora in grado di riportare in vita un essere umano dopo il congelamento. Gli scienziati stimano che, se sarà mai possibile, la tecnologia necessaria potrebbe emergere tra i 200 e i 300 anni. Questa incertezza non ha comunque fermato gli interessati: ad oggi, la struttura di Rafz ospita 377 corpi di sole persone residenti in Europa, tra cui 15 italiani.
Tomorrow rappresenta una delle poche realtà al mondo che offre la crioconservazione umana. L’azienda ha sede nel centro di Berlino ma i pazienti sono conservati nella parte sotterranea della struttura della European Biostasis Foundation (EBF) a Rafz, in Svizzera. EBF è un’organizzazione senza scopo di lucro che collabora con Tomorrow.
La visione dell’azienda è chiara: offrire una speranza di sopravvivenza a lungo termine attraverso la tecnologia, in attesa che la scienza medica possa fare il prossimo grande passo.
Il processo inizia con una fase di preparazione medica, seguita dal raffreddamento del corpo a temperature sottozero immediatamente dopo il decesso legale. Successivamente, il corpo viene immerso in azoto liquido e conservato in appositi contenitori. Questo metodo, sebbene innovativo, è ancora oggetto di dibattito etico e scientifico.
La crioconservazione solleva numerose questioni etiche. La possibilità di “resuscitare” i corpi in un futuro lontano pone interrogativi sulla qualità della vita e sulla possibile alienazione temporale dei risvegliati. Inoltre, l’idea di investire una somma considerevole per una speranza incerta genera dibattiti sulla giustizia sociale e sull’accessibilità di tali tecnologie.
Per molti, la crioconservazione rappresenta un investimento nella speranza di una vita prolungata. Tuttavia, senza certezze scientifiche, è difficile giudicare se si tratti di un passo verso l’immortalità o di un azzardo costoso. Il futuro di questa tecnologia dipenderà dalla capacità della scienza di evolversi e di rispondere alle sfide tecniche ed etiche che si presentano.
*Immagini a scopo illustrativo