Il potere che la nostra mente ha sul nostro corpo è uno strumento che da millenni viene sfruttato nel campo medico. I farmaci placebo, infatti, possono avere un grosso effetto nel trattamento di patologie quali:
Gli effetti del trattamento con placebo sono spesso stati sottoposti a diversi e numerosi studi, al fine di definire l’effettiva influenza che ‘farmaci’ di questo tipo potessero avere nell’ esaminare la veridicità dei risultati di grossi studi scientifici.
Negli studi a doppio cieco, ad esempio, i pazienti si sottopongono al processo di trattamento non sapendo però con precisione se verranno trattati con il farmaco effettivo o con il placebo. Questo influenza molto la risposta del singolo paziente il quale, inconsciamente, è in grado di modificare autonomamente la propria chimica, al fine di ottenere un effetto simile a quello che ci si aspetterebbe in seguito alla somministrazione del farmaco effettivo.
Da studi di questo tipo, si è quindi giunti alla conclusione che i placebo funzionano nei trattamenti perché chi li riceve non è pienamente cosciente di quello che accade ed è, quindi, in grado di influenzare tale effetto a seconda delle proprie aspettative.
La risposta a tale quesito è stata fornita da uno studio condotto dal medico ricercatore Ted Kaptuchuk, presso l’ Harvard Medical School, il quale ha analizzato la reazione di diversi gruppi di persone successivamente alla somministrazione di farmaci antidolorifici per alleviare i dolori da emicrania.
Lo studio condotto da Kaptuchuk prevedeva che la coorte di pazienti venisse suddivisa in tre grandi gruppi e che ogni gruppo ricevesse un trattamento differente dagli altri due. Nel primo gruppo il ricercatore effettuò la somministrazione dell’ effettivo farmaco antidolorifico: questo venne fornito al gruppo di pazienti con il nome commerciale del farmaco al fine di mettere al corrente i pazienti su ciò che assumevano. Nel secondo gruppo somministrò un placebo, anche in questo caso mettendo a conoscenza dei pazienti che quello che questi stavano assumendo era una semplice pillola placebo. Infine, nel terzo gruppo non effettua alcun tipo di somministrazione.
Dai dati raccolti e successivamente analizzati, i ricercatori hanno potuto poi constatare che il placebo somministrato nel secondo gruppo di pazienti risultava efficace al 50% rispetto al farmaco effettivo nella riduzione del dolore in seguito a un episodio di emicrania.
Le persone associano il rituale di prendere dei medicinali come un effetto positivo di guarigione. Anche se sanno che non è un farmaco, l’azione stessa può stimolare il cervello a pensare che il corpo stia guarendo.
Ted Kaptuchuk.
Uno studio successivo a quello condotto dalla Harvard Medical School avrebbe poi cercato di identificare cosa accade realmente nel cervello umano quando si assume un placebo. Nello studio di ricerca i ricercatori hanno preso in esame un gruppo di persone affette da dolore cronico derivante da osteoartrosi del ginocchio. Dopo aver analizzato il gruppo di pazienti e somministrato il farmaco placebo, i ricercatori hanno proceduto sottoponendo l’intera coorte di pazienti a una fMRI per cercare di predire quale sarebbe stato l’effetto del placebo sui pazienti. Dall’analisi dei dati ottenuti dopo la fMRI, i ricercatori hanno potuto constatare che il giro paraippocampale destro sembrerebbe predire l’effetto antalgico del farmaco dopo aver corretto quello placebo correlata.
Comprendere a pieno l’effetto placebo potrebbe rappresentare, quindi, un grosso passo in avanti per evitare il trattamento di patologie non totalmente invalidanti:
Questo può essere raggiunto attraverso l’utilizzo di farmaci che potrebbero indurre assuefazione al paziente determinando nel lungo termine patologie effettive come la dipendenza da analgesici.