Medicina

Precice: la protesi che crescerà insieme alla bambina del Regina Margherita di Torino

Come può un osso adulto essere d’aiuto a una bambina in piena fase di crescita, se non può più allungarsi e tenere il passo delle altre ossa? La scienza non ha accettato i compromessi derivanti da un trapianto di ossa effettuato su una bambina e la risposta è stata trovata nell’utilizzo innovativo di una protesi solitamente usata in casi piuttosto lontani da quello in esame. Grazie a un sistema elettro-meccanico incorporato nella protesi in titanio, essa sarà in grado di allungarsi assieme all’arto privo di protesi.

Parliamo dell’operazione condotta con successo all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Il team del Prof. Piana ha sostituito la metà inferiore della tibia di una bambina di 9 anni affetta da osteosarcoma con quella di una donatrice adulta. Chiaramente, un osso adulto non è più in grado di crescere e porterebbe a una progressiva differenza di lunghezza tra le gambe della piccola, causando non pochi problemi motori.

Una protesi “allungabile”

Per ovviare a questo problema, si è reso necessario impiantare una protesi capace di allungarsi nel tempo, tenendo il passo della crescita della paziente, e ancora una volta il connubio tra medicina e ingegneria ha dato i suoi frutti. È stato possibile adattare una recente protesi, usata spesso su pazienti adulti, allo sviluppo di una paziente in età preadolescenziale, grazie alle caratteristiche stesse della protesi.

Più in dettaglio, la protesi endomidollare corrisponde a quelle conosciute con il nome commerciale di Precice o Chiodo Stryde ed è ovviamente prodotta in lega di titanio, come la quasi totalità delle endoprotesi per via della sua estrema biocompatibilità e resistenza meccanica. Ciò che distingue questo tipo di protesi dalle altre è la capacità di allungarsi, senza dover sostenere ulteriori operazioni chirurgiche, grazie solo a un campo magnetico esterno.

Applicazione della protesi Precice su un femore Credits: Wanna be taller

Ciò è reso possibile dalla presenza di un piccolo motore elettrico a stimolazione magnetica nel lembo superiore della protesi, che quando viene attivato da un generatore di campo magnetico, appositamente regolato, attiva un sistema di riduttori che portano in rotazione la doppia vite, forzando i due lembi della protesi e dell’arto ad allontanarsi. La precisione di tale sistema è assoluta, infatti si possono ottenere allungamenti giornalieri anche inferiori a 0,1 mm, semplicemente mantenendo attivo il campo magnetico esterno per il giusto tempo. Ovviamente il processo di allungamento è anche invertibile, qualora necessario.

Altri grossi vantaggi di questa protesi innovativa, rispetto ai più comuni fissatori esterni, risiedono nella fase successiva all’impianto della protesi e all’allungamento previsto. In particolare, nei pazienti adulti si è riscontrata di una più rapida e agevole ripresa della riabilitazione e della deambulazione, così come la ridotta incidenza di dolori articolari al 5% dei pazienti, nonché un rischio più basso di contratture e rigidità articolari.

Questa storia a lieto fine dimostra ancora, se ce ne fosse bisogno, come il progresso sia una naturale conseguenza dell’incontro tra estrema preparazione, connubio di discipline e competenze diverse e coraggio di fare cose ancora solo pensate.

Articolo a cura di Stefano Saroglia.

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