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La prima mano bionica che sente la temperatura è realtà

Nella continua ricerca di superare i confini tra umano e artificiale, il mondo della bioingegneria ha fatto un balzo in avanti significativo. La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) hanno annunciato il successo di una sperimentazione che potrebbe cambiare la vita degli amputati: una mano bionica capace di percepire la temperatura.

Il prototipo di mano bionica che percepisce la temperatura e il suo funzionamento

Questa mano bionica rappresenta un’innovazione senza precedenti, essendo la prima in grado di fornire un feedback termico in tempo reale. Il funzionamento si basa su sensori collocati sulla protesi che, collegati a un sistema di stimolazione termica, trasmettono sensazioni simili a quelle della pelle umana al moncherino, e da lì al cervello tramite il sistema nervoso. Questo permette agli amputati non solo di percepire la temperatura ma di riacquistare una parte di quella sensibilità spesso perduta con l’amputazione.

I test del prototipo di mano bionica che sente la temperatura

Il prototipo è stato testato su Fabrizio, un uomo di 57 anni che ha perso la mano destra. La sua esperienza con la mano bionica è stata descritta come “un’emozione fortissima”, sottolineando la potenza di questa tecnologia nel riconnettere gli amputati con sensazioni che credevano perdute. La capacità di percepire il calore umano attraverso la mano bionica ha aperto nuove frontiere nella percezione sensoriale per gli amputati.

Benefici oltre la sensazione di calore

Oltre alla percezione del calore, il dispositivo permette di distinguere oggetti a temperature differenti con una precisione straordinaria, migliorando notevolmente l’interazione degli amputati con l’ambiente circostante. Ciò non solo migliora la qualità della vita quotidiana ma offre anche un supporto psicologico significativo, combattendo la sindrome dell’arto fantasma e riducendo il dolore e la frustrazione che ne derivano.

Verso Una Sensibilità Più Umana

Gli autori dello studio evidenziano come l’integrazione della percezione della temperatura renda il tatto fornito dalla mano bionica più simile a quello umano. Questa capacità di percepire la temperatura non solo migliora l’interazione con gli oggetti ma rafforza anche il senso di possesso della protesi, un aspetto cruciale per l’efficacia e l’accettazione della tecnologia bionica.

Il successo di questo prototipo apre la strada a ulteriori sviluppi, con l’obiettivo di rendere il dispositivo disponibile per l’uso domestico e di integrare una gamma più ampia di sensazioni termiche e tattili. Questo non solo migliorerà l’interazione fisica ma potrebbe anche rafforzare le connessioni umane, permettendo agli amputati di percepire il tocco di altre persone in modo più naturale e ricco.

Questo studio rappresenta un significativo progresso nel campo delle protesi bioniche, offrendo una visione di un futuro in cui la tecnologia può restituire una gamma completa di sensazioni naturali. Con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo sempre più a soluzioni che possono non solo sostituire ma arricchire le capacità umane, riducendo il divario tra il mondo artificiale e l’esperienza umana.

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Redazione