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Primo trapianto al mondo a cuore battente: è avvenuto al Centro Gallucci di Padova

Un trapianto di cuore innovativo a cuore battente segna una svolta nella cardiochirurgia, è successo proprio al Centro Gallucci di Padova.

Il 2024 rappresenta un anno ricco per la storia della medicina. Nello specifico, vanta un’innovazione che promette di rivoluzionare il mondo dei trapianti cardiaci.

Infatti, per la prima volta al mondo è avvenuto un trapianto cardiaco a cuore battente da un donatore a cuore fermo. L’intervento è stato realizzato dal team della UOC Cardiochirurgia di Padova, diretto dal professor Gino Gerosa.

Essi hanno mantenuto il cuore in funzione durante l’intero processo, quindi sia durante il prelievo che l’impianto. Questa operazione ha portato ad una rapida ripresa del paziente, infatti sta già per essere dimesso.

Ciò porta senza dubbio ad un’importante svolta nelle tecniche di trapianto cardiaco. Tale approccio innovativo è in grado di migliorare i risultati immediati del trapianto, ma non solo. Offre, inoltre, anche nuove opportunità per i pazienti che si trovano in lista d’attesa con una maggiore disponibilità di cuori donabili.

Il primo trapianto cardiaco a cuore battente in assoluto

Al Centro Gallucci di Padova ha avuto luogo il primo trapianto cardiaco a cuore battente. I medici hanno utilizzato una tecnica che elimina la necessità di fermare il cuore durante l’operazione, come si farebbe tradizionalmente. Ciò consente di ridurre significativamente i danni causati dall’ischemia (la carenza di ossigeno nei tessuti) e dalla riperfusione (il danno che si verifica quando il flusso sanguigno si ripristina). L’intervento ha dimostrato che è possibile preservare la funzione cardiaca in modo più efficace. Questo assicurerebbe una ripresa più rapida del cuore trapiantato. Tale innovazione potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per i trapianti cardiaci da donatore a cuore fermo. Questo perché ridurrebbe i rischi di complicazioni post-operatorie, come il rigetto. Chiaramente, influisce positivamente anche sulla qualità della vita del paziente.

Il successo del trapianto eseguito a Padova è anche un passo ulteriore rispetto al trapianto da donatore a cuore fermo controllato, dove il cuore del donatore viene fermato prima del prelievo. Anche in questo ultimo caso, l’operazione l’ha effettuata il professor Gerosa lo 11 scorso maggio. In quella circostanza, il cuore del donatore venne fermato temporaneamente. Ma la tecnica sviluppata ora consente di evitare questa fase e di migliorare ulteriormente i risultati complessivi del trapianto. Il professor Gerosa e il suo team sono pionieri in questo campo. In tal senso, hanno portato l’ospedale di Padova ad essere uno dei centri di eccellenza mondiale nella cardiochirurgia. Questo intervento rappresenta innanzitutto un successo medico, ma risponde anche ad una crescente esigenza di aumentare la disponibilità di organi per i trapianti. Infatti, la lista d’attesa per il trapianto di cuore è ancora lunga, con pazienti che necessitano un trapianto urgente. L’innovazione presentata con il cuore battente potrebbe ridurre i tempi di attesa e recuperare cuori che altrimenti non sarebbero stati utilizzabili.

Conferenza stampa (Azienda Ospedale Università Padova FOTO) – www.biomedicalcue.it

Il futuro dei trapianti cardiaci

L’intervento effettuato a Padova rappresenta sicuramente una perla preziosa per il sistema sanitario italiano, che già vantava una lunga tradizione di successi nella cardiochirurgia. Per l’appunto, proprio i medici di Cardiologia dell’ospedale di Padova hanno eseguito il primo trapianto di cuore in Italia il 14 novembre 1985. Ciò ha reso l’ospedale di Padova un centro di eccellenza internazionale. Questo nuovo trapianto a cuore battente, potrebbe aprire la strada ad ulteriori innovazioni nella medicina dei trapianti.

Di conseguenza, potrebbe cambiare definitivamente il modo in cui i medici assistono i pazienti con gravi insufficienze cardiache. In pratica, le tecniche che hanno impiegato i medici nel trapianto hanno sbloccato una visione ottimista riguardo alle opportunità di trattamento. Inoltre, migliorano anche la qualità della vita post-operatoria perché riducono il rischio di rigetto e accelerano la ripresa del cuore. In futuro, i trapianti a cuore battente potrebbero diventare la norma.

Published by
Martina Serpe