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Primo trapianto di testa al mondo: a che punto siamo?

Primo trapianto di testa al mondo: a che punto siamo?

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Mancano ormai pochi mesi all’intervento più discusso degli ultimi tempi: il primo trapianto di testa su un essere umano. Quello che potrebbe anche essere considerato come un “trapianto completo di corpo” è previsto per l’inverno 2017/18 in Cina e sarà eseguito da un’equipe guidata dal Dottor Xiaoping Ren della cinese Harbin Medical University. Il tutto sarà naturalmente supervisionato dal neurochirurgo torinese Sergio Canavero, colui che ha dedicato gli ultimi 30 anni nello sviluppo della procedura.

Sono passati due anni da quando il Dottor Canavero ha annunciato non solo la volontà, ma anche la possibilità di compiere questa impresa mai tentata prima. Il panorama scientifico è ancora profondamente diviso tra scetticismo ed ottimismo, ma l’evento è ormai alle porte.

Le ultime novità sul primo trapianto di testa

Dottor Sergio Canavero
Dottor Sergio Canavero
http://torino.repubblica.it

La più importante novità riguarda il paziente che sarà sottoposto all’intervento. Diversamente da quanto annunciato, non sarà più il russo Valery Spiridonov, 31 anni, il primo a ricevere un nuovo corpo. Pare che, essendo l’operazione finanziata dalla Cina, il paziente sottoposto all’intervento sarà un cinese, di identità ancora ignota. Spiridonov, affetto dalla malattia di Werdnig-Hoffmann, una grave forma di atrofia muscolare spinale, era stato il primo a mettersi volontariamente a disposizione del Dottor Canavero con la speranza di poter tornare un giorno a muoversi e per due anni ha seguito attivamente il progetto HEAVEN, così battezzato dallo stesso dottore. Adesso ha abbandonato il sogno di avere un nuovo corpo e si affiderà alla chirurgia convenzionale per migliorare la sua condizione. “Dato che non posso fare affidamento sul mio collega italiano, devo prendere la mia salute nelle mie mani.” Questo il primo commento di Spiridonov alla notizia.

Sul fronte della ricerca, i risultati derivanti dalla sperimentazione animale danno fiducia a Canavero, sempre più convinto della riuscita dell’intervento, nonostante ancora buona parte della comunità scientifica la pensi in maniera del tutto diversa. Lo scorso anno veniva annunciato, dapprima, il trapianto di testa su una scimmia, in cui erano stati collegati con successo i vasi sanguigni tralasciando però il midollo spinale. La scimmia, che è sopravvissuta senza mostrare danni cerebrali, è però stata soppressa dopo 20 ore dall’operazione, essendo rimasta comunque paralizzata dal collo in giù. Successivamente, veniva mostrato un video di un cane capace di camminare nuovamente 3 settimane dopo che il suo midollo spinale era quasi totalmente reciso.

L’ultima notizia, risalente solo a 3 mesi fa, riguarda il successo ottenuto su 9 topi i quali, dopo il trapianto di testa, hanno ripreso a camminare dopo 28 giorni.

Trapianto di testa effettuato con successo su 9 topi
Risultati del trapianto di testa sui topi
Credits: CNS Neuroscience & Therapeutics

Secondo gli studi, ciò che renderebbe possibile la riparazione del midollo spinale è il glicole polietilenico (PEG), un composto chimico che agisce sulle membrane delle cellule nervose, forzandole a fondersi in una cellula più grande. I ricercatori della Rice University (Houston) hanno messo a punto una versione migliorata del PEG, a cui sono stati aggiunti nanoribbons (lett. nanostrice) di grafene che fungono da scaffold per la crescita dei neuroni.

La procedura

Si stima che l’operazione, dalla durata di circa 36 ore, avrà un costo di almeno 11 milioni di dollari e necessiterà del lavoro di 150 persone, tra medici ed infermieri.

Il primo passo sarà naturalmente quello di trovare un donatore. L’individuo dovrà essere un giovane maschio cerebralmente morto e compatibile dal punto di vista immunologico; servirà inoltre che la famiglia autorizzi la donazione. Entrambi i corpi saranno portati in ipotermia ad una temperatura di circa 10 °C così da ridurre al minimo le funzioni vitali. A questo punto si procederà con la decapitazione che verrà effettuata con una speciale lama diamantata, estremamente affilata, per ridurre al minimo i danni ai tessuti nervosi al momento della recisione del midollo spinale.

La successiva fusione del midollo spinale della testa con quella del nuovo corpo avverrà grazie all’utilizzo del glicole polietilenico. Infine, verranno riconnessi i vasi sanguigni, i muscoli e la pelle del collo. Dopo la decapitazione, i medici avranno a disposizione soltanto un’ora per ripristinare il flusso sanguigno verso il cervello.

Nel periodo post-operatorio, il paziente sarà tenuto in coma farmacologico, con la testa bloccata, per alcune settimane e riceverà un trattamento con farmaci anti-rigetto. Durante questo periodo verrà anche sottoposto ad una serie di scariche elettriche che serviranno a stimolare il funzionamento ed il rafforzamento delle nuove connessioni nervose.

Ovviamente, nonostante l’ottimismo di Canavero, non ci sono certezze sull’effettiva riuscita del trapianto di testa che, oltre al dibattito scientifico, lascia ancora aperte molte questioni dal punto di vista etico.

Fonti ed approfondimenti: