Profilo lipidico: un test importante per la propria salute cardiovascolare
Il profilo lipidico è un esame del sangue con il quale si possono conoscere i valori di colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e trigliceridi. Grazie a esso, un medico ottiene informazioni importanti per la valutazione del rischio che un soggetto ha di sviluppare una malattia cardiovascolare.
Si ricorda, a tale proposito, che l’ipercolesterolemia, ovvero un livello eccessivo di colesterolo nel sangue (soprattutto se LDL, quello cattivo), rappresenta un fattore di rischio importante per lo sviluppo di malattie cardiovascolari; si ricorda però che in sé il colesterolo non è una sostanza dannosa, anzi, è un lipide che nell’organismo svolge funzioni di vitale importanza; scopri di più sul suo ruolo e su tali funzioni.
Come si esegue il test del profilo lipidico?
Per effettuare il test del profilo lipidico è necessario prelevare un campione di sangue da una vena del braccio. Di norma viene raccomandato di osservare un digiuno di almeno 8 ore prima del prelievo, ma vi sono anche laboratori che effettuano il test non a digiuno. Durante il periodo di astensione dal cibo è consentito bere acqua e anzi può essere consigliabile dato che la disidratazione potrebbe falsare i risultati del test.
Il test del profilo lipidico può essere eseguito per scopi di screening (anche in assenza di fattori di rischio cardiovascolare) o di monitoraggio (quando nel soggetto sono stati riscontrati fattori di rischio e anche per stabilire l’efficacia di un eventuale trattamento).
Quali sono i valori misurati dal test del profilo lipidico?
Il test del profilo lipidico prende in considerazione i seguenti valori:
- colesterolo totale (viene misurato quello contenuto in tutte le lipoproteine; si ricorda infatti che il colesterolo non circola in forma libera nell’organismo, ma è legato alle lipoproteine LDL, HDL e VLDL);
- colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo “buono”; questa denominazione è legata al fatto che preleva il colesterolo in eccesso e lo trasporta verso il fegato per essere poi rimosso);
- colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”, così denominato perché tende a depositarsi sulle pareti interni dei vasi sanguigni contribuendo ad aumentare il rischio di eventi cardiovascolari);
- trigliceridi (sono lipidi che costituiscono una riserva energetica, ma se presenti in eccesso costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari).
Per inciso, conoscendo il valore di colesterolo totale, colesterolo HDL e trigliceridi è possibile ricavare anche quello di colesterolo LDL grazie alla formula di Friedewald: colesterolo LDL = colesterolo totale – [colesterolo HDL + (trigliceridemia/5)].
Quali sono i livelli desiderabili di colesterolo nel sangue?
Tecnicamente, si parla di ipercolesterolemia quando la quantità di colesterolo totale supera i 240 mg/dL: se i valori sono compresi tra 201 e 239, si ha una situazione definita come “borderline” e, come tale, richiede una certa attenzione.
I livelli desiderabili di colesterolo, come da linee guida attuali, sono i seguenti:
- colesterolo totale: fino a 200 mg/dl
- colesterolo LDL: fino a 100 mg/dl
- colesterolo HDL: non inferiore a 50 mg/dl.
Va precisato che queste indicazioni sono riferite alla popolazione adulta in buona salute. Nel caso di coloro che sono stati colpiti da un evento cardiovascolare, per esempio un infarto del miocardio, il suggerimento è quello di mantenere il valore di colesterolo LDL sotto i 55 mg/dL. In questi casi particolari, è possibile che il medico curante o il cardiologo suggeriscano una specifica terapia farmacologica (i principi attivi più utilizzati sono le statine e i fibrati).
Nei soggetti borderline, il consiglio è quello di adottare un sano stile di vita (in particolare alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e controllo del peso); possono anche essere utili integratori per colesterolo (supplementi nutrizionali che abbassano i livelli di colesterolo LDL, spesso a base di sostanze come fitosteroli, polifenoli, omega-3 ecc.).
Si ricorda, infine, che non è d’aiuto soltanto ridurre i livelli di colesterolo LDL, ma anche l’aumentare quelli di colesterolo HDL, che funge da “spazzino”; il modo più efficace per farlo è quello di effettuare un’attività fisica regolare (4-5 sedute settimanali), preferibilmente di tipo aerobico.