Biomateriali

Milano: primo impianto di protesi non cementata su paziente allergico

Nell’ambito delle protesi ortopediche l’allergia dei pazienti ai materiali metallici, ampiamente utilizzati nella protesica di ginocchio, costituisce attualmente una problematica importante e sempre più frequente. Le protesi articolari sono, difatti, costituite da superfici di scorrimento che producono inevitabilmente attrito durante il torchio articolare. Ciò comporta spesso il rilascio di particelle che possono innescare una reazione infiammatoria (locale o generalizzata) o una reazione allergica. 

Per risolvere questo problema già da un po’ di tempo gli scienziati stanno sperimentando nuovi materiali per realizzare protesi anallergiche per pazienti sensibili ai metalli attualmente utilizzati. Recentemente in Italia è stato eseguito all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi il primo intervento di revisione di protesi non cementata su un paziente con allergia ai metalli e alle resine dei cementi, mai realizzato finora in questo ambito.

Dr. Nicola Ursino, Chirurgo Ortopedico grupposandonato.it

Le protesi anallergiche – spiega il dottor Nicola Ursino, responsabile dell’U.O. di Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica (C.A.S.C.O.) all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi– sono protesi che hanno la stessa costituzione, lo stesso disegno e lo stesso percorso di una protesi normale ma che sono rivestite da un materiale  che non è in grado di scatenare un’allergia. Il materiale in questione è una polvere di titanio con cui la protesi viene verniciata e viene sottoposta a un trattamento termico che permette il fenomeno della ceramizzazione. Questo rende, se è possibile, ancora più preciso quello che è lo scorrimento dell’impianto protesico.

Protesi ortopediche: i metalli utilizzati

I metalli e le leghe sono largamente utilizzati nella realizzazione di protesi ortopediche, perché grazie alle loro caratteristiche in termini di alta modularità, forza, resistenza alla corrosione e duttilità sono idonei a sopportare i carichi ciclici che si generano all’interno della articolazione protesizzata. Quelli maggiormente utilizzati nella protesica di ginocchio prevedono l’uso di leghe di Cromo – Cobalto – Molibdeno (CrCoMo) che rivestono l’osso e sono utilizzati accoppiati tra di loro mediante un menisco di polietilene, inerte e anallergico, ad alta densità (UMHPE) che fornisce la superficie di scorrimento. Il Nichel è presente in elevate quantità nella parte esterna della protesi, non a contatto con l’osso: il processo di “ nichelatura” delle superfici esterne garantisce infatti la scorrevolezza e minor attrito e quindi una maggiore durata temporale dell’impianto.

Ossidazione e contaminazione metallica dei tessuti

Inevitabilmente una minima parte di questi componenti è sottoposta ad ossidazione nell’ambiente articolare biologico e causa, perciò, un rilascio di ioni metallici nei tessuti circostanti. Questi possono essere responsabili, nel paziente allergico, di una risposta immunitaria con conseguenze locali e generali che possono portare, oltre che al fallimento dell’intervento stesso (con protesi dolorose, riduzione della performance articolare, versamenti recidivanti), anche allo sviluppo di gravi reazioni anafilattiche. Quando si parla di allergia ai metalli ci si riferisce soprattutto al Nichel , la percentuale di pazienti allergici si attesta intorno al 10 -12 % dei pazienti con percentuali variabili superiori al 17 % nelle donne e al 3 % negli uomini. Mentre una percentuale minore, circa il 3 % , della popolazione presenta allergia al Cromo e al Cobalto.

Primo intervento di revisione protesi non cementata su paziente allergico

All’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, è stato effettuato per la prima volta in questo ambito un intervento di revisione di protesi non cementata su un paziente con allergia ai metalli e alle resine dei cementi.

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È risaputo che l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano sia un polo di eccellenza per la ricerca e la cura delle patologie dell’apparato locomotore, oltre ad essere il primo centro ortopedico in Lombardia, dotato di equipe chirurgiche altamente specializzate nei vari ambiti dell’ortopedia e della traumatologia. La struttura è ai vertici, in Italia, per la chirurgia protesica di anca, ginocchio e caviglia con 3.631 impianti nel 2016. 

La procedura, effettuata dal dottor Nicola Logoluso e dall’équipe di CRIO – Centro di Chirurgia Ricostruttiva e delle Infezioni Intra-Articolari della struttura milanese di Gruppo San Donato, rappresenta il primo caso in Europa di impianto di protesi non cementata da revisione, semivincolata, realizzata con stampa 3D e con tecnica anallergica. Il paziente sottoposto all’intervento presentava una protesi mobilizzata con difetto osseo femorale e tibiale, per cui si era reso necessario intervenire tempestivamente.

Grazie ad un attento planning preoperatorio, sia radiografico sia radiologico tramite TC, è stato sviluppato, attraverso la stampa 3D e sulla base dei dati radiologici raccolti, un impianto protesico su misura di una protesi da revisione non cementata in materiale anallergico. L’impianto è stato realizzato con titanio poroso, materiale in grado di favorire l’osteointegrazione senza la necessità dell’utilizzo del cemento.

Published by
Cristiana Rizzuto