Covid-19

Quarantena: quali effetti ha avuto sul sonno e sull’umore degli italiani?

Che il lockdown abbia avuto serie conseguenze economiche sul nostro paese è ormai assodato. Ma in termini di benessere psichico e sociale, quanto ha inciso il confinamento a casa sulla vita degli italiani? Come sono cambiati il sonno, la percezione del tempo e l’umore durante i mesi di quarantena? Sono queste le domande che si sono posti i ricercatori dell’Università di Padova. Nicola Cellini del dipartimento di Psicologia Generale di Padova con Giovanna Mioni dello stesso dipartimento, in collaborazione con Natale Canale del dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione e Sebastiano Costa del dipartimento di Psicologia dell’università della Campania hanno pubblicato una ricerca sulle abitudini e stati d’animo degli italiani durante il lockdown sul Journal of Sleep Research.

L’analisi del sonno, della percezione del tempo e dell’umore durante la quarantena

Per condurre la ricerca è stato preso in esame un campione di 1310 persone residenti in Italia con età compresa tra i 18 e i 35 anni, composto da 880 donne, 501 lavoratori e 809 studenti universitari. I ricercatori hanno chiesto loro di compilare un sondaggio online, con cui gli esaminati hanno risposto a domande riguardanti la durata e la qualità del sonno, l’utilizzo dei media digitali prima di andare a dormire e la percezione dello scorrere del tempo. Le domande facevano riferimento a due momenti diversi: la settimana precedente a quella di somministrazione dei test (17-23 marzo) in piena quarantena e il periodo precedente al lockdown (settimana 3-10 febbraio).

I risultati della ricerca

Il peggioramento del sonno e l’incremento dell’uso dei media digitali

L’ora in cui le persone esaminate hanno dichiarato di andare a dormire è stata posticipata in media di 41 minuti. Questo dato è probabilmente anche frutto dell’aumento dell’utilizzo dei media digitali nelle 2 ore antecedenti al sonno: sono state registrate in media 31 attività in quarantena contro le 27 del periodo precedente al lockdown. La sveglia è stata posticipata di 1 ora e 13 minuti per i lavoratori e di 45 minuti per gli studenti. Nonostante da questi dati risulti un maggior tempo trascorso a letto, ciò non si è tradotto in un maggior riposo. Attraverso l’analisi di un indice di qualità del sonno i ricercatori hanno potuto constatare un significativo peggioramento della qualità del sonno, sia tra gli studenti, sia tra i lavoratori. La quantità di individui con carenza di sonno tra le due settimane messe a confronto è salita dal 40.5% al 52.4%.

Credits: jcomp

La percezione distorta del tempo

È stata riscontrata una significativa difficoltà da parte dei partecipanti a tenere traccia dello scorrere del tempo. I momenti di confusione nell’individuare la data, il giorno della settimana e l’ora del giorno sono passati dal periodo pre-lockdown a quello durante la quarantena da 3 a 6. Il campione in analisi ha anche avvertito una percezione di dilatazione del tempo, accompagnata da un senso di noia e dalla sensazione di essere bloccati.

L’umore: depressione e ansia

Il tutto è andato a incidere naturalmente sul benessere mentale delle persone. Il 24.2% dei partecipanti ha manifestato sintomi estremamente gravi di depressione, il 32.6% sintomi da moderati a gravi di ansia e il 50.12% sintomi di stress. I soggetti che hanno mostrato livelli più alti di depressione, ansia e stress sono quelli per cui si è registrato un maggiore peggioramento del sonno e una maggiore percezione di dilatazione del tempo.

Le cause del peggioramento del sonno e dell’umore durante la quarantena

L’alterazione del sonno e dell’umore durante il periodo della quarantena sono da imputare a diversi fattori che si sono inevitabilmente manifestati durante il lockdown: l’esposizione alla luce solare fortemente limitata, la riduzione della possibilità di svolgere attività fisica e la mancanza di fattori sociali esterni capaci di sincronizzare l’orologio biologico delle persone (come un orario di lavoro regolare). A ciò sono da aggiungere l’assenza di attività sociali e i timori per il contagio e per la situazione economica. Il ricercatore principale dello studio Nicola Cellini consiglia delle strategie da mettere in atto per migliorare la qualità della vita, valide anche ora che la quarantena è giunta al termine.

[bquote by=”Nicola Cellini” other=”Ricercatore al Dipartimento di Psicologia Generale di Padova”] “Si dovrebbe cercare il più possibile di sfruttare la luce solare, le prime ore del mattino, bisognerebbe pianificare la giornata nel miglior modo possibile (pur considerando tutti gli imprevisti che possono capitare) e si dovrebbero trovare dei momenti per pensare a ciò che sta accadendo così da scaricare lo stress e l’ansia e tornare poi alle proprie attività”. [/bquote]

Published by
Verdiana Brullo