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Ragazza nata con la bocca serrata, dopo 16 anni può sorridere e mangiare

Recentemente, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Rodolico-San Marco” a Catania, è stato eseguito un notevole intervento di chirurgia Maxillo-Facciale su una giovane di 16 anni affetta dalla Sindrome di Nager. Grazie a questa innovativa procedura, è stata risolta una problematica della sua bocca serrata. Approfondiamo la patologia e il dettaglio dell’intervento.

La sindrome di Nager

La sindrome di Nager, conosciuta anche come sindrome di Nager acrofacciale, è una rara condizione genetica congenita. Fu descritta per la prima volta nel 1948 dagli scienziati francesi Nager e de Reynier. Si tratta di una sindrome autosomica dominante, che significa che può essere ereditata da uno dei genitori.

Le caratteristiche principali della sindrome di Nager includono malformazioni facciali come micrognazia (mascella sottosviluppata), ipoplasia delle ossa zigomatiche, palatoschisi (fessura nel palato) e anomalie dell’occhio come il coloboma. Altri aspetti possono coinvolgere problemi all’apparato uditivo e malformazioni agli arti superiori o inferiori, spesso associati a pollici sottosviluppati o assenti. Inoltre, la micrognazia e le anomalie della mascella possono comportare problemi respiratori.

Poiché la sindrome di Nager è una condizione rara, il trattamento è personalizzato in base alle esigenze specifiche di ogni paziente e può comprendere chirurgia correttiva, terapia del linguaggio, terapia occupazionale e altre terapie di supporto.

L’intervento sulla ragazza con la bocca serrata

Nel prestigioso contesto dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Rodolico-San Marco” a Catania, è stato recentemente eseguito un intervento chirurgico di straordinaria portata su una giovane di 16 anni. Questa delicata procedura, che ha permesso alla paziente di recuperare la piena funzionalità della sua bocca, rappresenta il settimo intervento di questo tipo in Italia e il primo per la regione Sicilia.

bocca serrata
Credits- Policlinico Rodolico San Marco

La giovane, affetta dalla sindrome di Nager fin dalla nascita, ha dovuto affrontare una sfida unica: il feto si era sviluppato con una conformazione ossea che aveva congiunto la mandibola al cranio, impedendo così la corretta apertura della bocca. L’intervento, che ha richiesto ben 10 ore di lavoro, è stato un successo grazie alla collaborazione di diverse equipe mediche. Oltre ai chirurghi maxillo-facciali, erano presenti esperti anestesisti dell’UOS Rianimazione e professionisti dell’UOC Chirurgia Toracica.

Nel corso di questo straordinario intervento chirurgico, sono stati coinvolti rinomati chirurghi maxillo-facciali, tra cui spiccano il Prof. Alberto Bianchi, eminente esperto dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico G. Rodolico – San Marco” di Catania. Inoltre, la squadra includeva il Dr. Massimo Robiony, illustre direttore della Clinica Maxillo-facciale presso l’ospedale universitario di Udine, affiancato dal suo esperto collaboratore, il Prof. Associato Salvatore Sembronio.

La presenza di tali esperti di fama internazionale ha contribuito in modo determinante al successo dell’intervento, portando nuove prospettive e soluzioni innovative per la paziente affetta dalla sindrome di Nager. La loro straordinaria competenza ed esperienza hanno giocato un ruolo cruciale nel garantire il recupero della piena funzionalità della bocca della giovane paziente.

Sviluppo futuri

Questo straordinario risultato è stato reso possibile grazie all’impegno e al sostegno del direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria etnea, Gaetano Sirna, che ha allocato le risorse necessarie per la realizzazione di questa complessa operazione.L’eccezionale intervento per correggere una bocca serrata rappresenta una pietra miliare nel progresso della medicina. Il Prof. Bianchi, uno dei protagonisti di questa straordinaria impresa, esprime grande orgoglio per i risultati raggiunti. Grazie a una serie di interventi mirati fin dalla nascita, la giovane di 16 anni può finalmente abbracciare una nuova realtà fatta di sorrisi, comunicazione e l’assaggio di cibi solidi.