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Ritalin al volante, lo studio conferma evidenza scioccante: funziona meglio del caffè ed è sicuro | La pillola dei camionisti

Miglioria delle prestazioni di guida (123RF)

Miglioria delle prestazioni di guida (123RF foto) - www.biomedicalcue.it

Uno studio condotto in Australia ha prodotto risultati scioccanti. La pillola utilizzata per la cura di disturbi neuro-psichici produce effetti positivi alla guida

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Il Ritalin viene largamente utilizzato in medicina per trattare l’ADHD, al fine di migliorare la concentrazione, l’attenzione e frenare l’impulsività. Il principio attivo del Ritalin, il metilfenidato, può causare effetti collaterali, tra i quali insonnia o aumento della frequenza cardiaca.

L’ADHD (dall’inglese attention deficit hyperactivity disorder) è il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività, condizione che riguarda il neurosviluppo e che genera, nell’individuo che ne è affetto, iperattività e costante disattenzione. La diagnosi avviene generalmente prima dei 12 anni, quando i sintomi cominciano ad essere sempre più presenti, compromettendo il regolare svolgimento delle attività quotidiane del soggetto, a partire dal comportamento mantenuto a scuola o a casa. I sintomi, tuttavia, possono perdurare anche nel corso dell’adolescenza e dell’età adulta.

Come il disturbo può influire sulla guida dell’individuo? I conducenti di veicoli con ADHD diagnosticato in infanzia, ma persistente nell’età adulta hanno, in media, il doppio delle probabilità di finire vittime di un incidente stradale rispetto a coloro che non soffrono di questo disturbo.

L’impulsività e la mancanza di concentrazione da esso scaturite, impediscono generalmente al conducente che si trova al volante di focalizzarsi a pieno sulla guida. Le possibili conseguenze sono già note: lesioni o sinistri stradali, causati anche dall’impulsività, che spesso porta i soggetti ad ignorare totalmente semafori o segnali stradali che indicano di fermarsi, come stop o precedenze.

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Il farmaco migliora le capacità di guida?

Come detto, il metilfenidato viene utilizzato frequentemente per trattare il disturbo e proprio sul suo utilizzo, strettamente correlato alla guida su strada e agli effetti che può sortire, è stato effettuato uno studio da parte di uno studente della ‘Swimburne University’ di Melbourne, Australia. Il suo nome è Blair Aitken e insieme ad altri colleghi ha tentato di esaminare gli effetti di una dose di 10 mg di ritalin sulle prestazioni di guida. Lo studio ha coinvolto 25 adulti sani, la cui età oscillava tra i 23 e i 47 anni, ai quali era stato chiesto di digiunare nelle 2 ore precedenti al test, e di astenersi da nicotina, caffeina e alcol nelle 24 ore prima del compimento dell’esperimento.

Dopo aver assunto il farmaco (specifichiamo che 10 mg sono una dose molto bassa, ma corrisponde, in genere, al dosaggio prescritto dal medico quando il paziente inizia la terapia per limitare gli effetti dell’ADHD) e aver atteso 85 minuti, i partecipanti hanno svolto una guida dalla durata di 40 minuti all’interno di un simulatore. La richiesta che veniva loro assegnata era di restare nella corsia sinistra ad un’andatura costante pari a 100 km/h, con una telecamera che riprendeva costantemente i movimenti oculari dei conducenti.

Pillole medicinali (Depositphotos)
Pillole medicinali (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

I risultati dello studio

I partecipanti sotto l’effetto del medicinale sono stati maggiormente capaci di mantenere stabilmente la velocità che gli era stata richiesta, diminuendo lo sbandamento tra le corsie. Gli stessi candidati sono stati testati anche in una sessione di guida sotto effetto di placebo, che non contiene alcun principio attivo, dichiarando di non aver percepito differenze nel corso dei differenti test di guida. E’ stata segnalata unicamente una maggior sensazione di sonnolenza al termine del compito, proprio nei soggetti che avevano assunto placebo.

Una volta concluso lo studio, gli autori hanno appurato che una dose di 10 mg di metilfenidato ha prodotto effetti in grado di permettere al conducente di mantenere una velocità costante, evitando bruschi ‘lane weaving’. Osservando, inoltre, i movimenti oculari, è stato possibile affermare che l’effetto del medicinale ha sortito migliorie sulla funzione cognitiva generale.

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