All’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, per la prima volta al mondo, è stato eseguito un intervento record, durante il quale una parte di colonna vertebrale di un paziente di 77 anni colpito da cordoma, forma maligna di tumore osseo, è stata sostituita da quattro vertebre umane, conservate nella Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico dell’Emilia-Romagna.
Attiva dal 1962, la prima in Italia, la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico dell’Emilia-Romagna fornisce il 50% di tutto il tessuto muscolo-scheletrico utilizzato nel nostro Paese, garantendo qualità e sicurezza dei tessuti distribuiti e consentendo ogni anno di effettuare oltre 5 mila interventi su deformità come la scoliosi, malattie oncologiche o traumi in ambito ortopedico, neurochirurgico ed odontostomatologico.
L’intervento è stato eseguito dall’équipe, guidata dal direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli, Alessandro Gasbarrini.
Grazie alla grande competenza clinica e all’altissima efficienza di tutta la squadra organizzativa, la colonna vertebrale del paziente è stata ricostruita nel modo più simile alla conformazione naturale di partenza, ripristinando un’anatomia perfetta grazie all’impianto di un osso con struttura identica a quello che è stato rimosso a causa del tumore.
Per ogni paziente – spiega Gasbarrini- dobbiamo individuare la soluzione migliore, in considerazione del percorso di cura e delle esigenze individuali. Sostituire tessuto umano con tessuto umano è in linea generale quanto c’è di meglio per l’organismo, e questo vale anche per le ossa. Non sempre è la soluzione possibile, e quindi è necessario ricorrere ad impianti di materiali artificiali. Per quanto riguarda le vertebre- aggiunge- fino ad oggi sono state sostituite con diafisi di femore, quindi un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella della vertebra e una minore possibilità di integrazione. L’impianto delle quattro vertebre nel paziente ci avvicina all’obiettivo di una perfetta fusione con la sua colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con radioterapia, che non sarebbe stata compatibile ad esempio con una protesi in titanio.
Il successo di tale intervento dimostra come l’integrazione tra diverse strutture e competenze di eccellenza nello stesso ospedale consenta di raggiungere nuovi traguardi nella cura e nella ricerca. Esso, infatti, è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’équipe di prelievo del tessuto, la Banca che l’ha processato e i clinici che l’hanno impiantato.
I processi di prelievo e conservazione delle vertebre sono estremamente complessi e non convenzionali, pertanto richiedono competenze specifiche ed elevata professionalità, qualità ampiamente dimostrate dal team dell’Istituto Ortopedico Rizzoli. In particolare, a prelevare il tessuto muscolo-scheletrico è stata una speciale équipe del Rizzoli reperibile h24, secondo le modalità della Rete dei trapianti. Una volta eseguiti tutti i test per garantire l’idoneità dal punto di vista microbiologico, il tessuto è stato “preparato” attraverso la lavorazione che avviene in un’area a contaminazione controllata di Classe A, quella di massima sterilità, e infine conservato a – 80°. Grazie alle competenze ortopediche specialistiche, è stato possibile procedere al prelievo da donatore cadavere delle vertebre, che, dopo essere state trattate dai tecnici della Banca, sono state utilizzate nell’intervento.
L’eccezionalità di questo intervento apre una nuova prospettiva nel campo della chirurgia ortopedica ricostruttiva in oncologia, e , come ha affermato l’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, non è un caso che si sia svolto in Emilia-Romagna, dove si continua a investire in tecnologia, ricerca, innovazione, risorse umane.