Robotica

Robotic Scope: microscopio a guida robotizzata per ridare l’uso della mano a un bambino

La presenza e utilizzo di robot chirurgici all’interno delle sale operatorie ormai non è più una novità ma la tecnologia non si ferma mai, giorno dopo giorno, ingegneri di tutto il mondo sono a lavoro per migliorare gli strumenti già in commercio o crearne di nuovi per garantire una maggiore probabilità di successo e ridurre i tempi di recupero per i pazienti. L’ultima grande novità è il Robotic Scope, microscopio a guida robotizzata, che ha permesso il trasferimento di un dito del piede al posto del dito di una mano su un bambino di 4 anni; l’intervento avvenuto all’Ospedale Regina Margherita di Torino è tra i primi al mondo in cui si è utilizzato il microscopio sperimentale.

Robotic Scope: componenti e funzionamento

Microscopio Robotic Scope e visiera (HMD). Credits: BHS

Il microscopio a guida robotizzata, Robotic Scope, è costituito da 3 parti: occhiali su cui sono montati due micro display (HMD – Head-Mounted Display), un braccio robotico e una fotocamera microscopica; insieme conferiscono allo strumento ergonomicità e facilità di utilizzo. Inoltre, l’interfaccia utente è intuitiva, senza eventuali sotto menù in cui districarsi, e può essere modificata durante l’operazione mediante l’HMD con semplicità permettendo al medico di rimanere concentrato sull’intervento.

La visiera collegata ai micro display (Head-Mounted Display)

Questa componente rappresenta il cuore dell’intera strumentazione e il suo centro di controllo perchè, grazie a sensori di movimento, con semplici oscillazioni della testa è possibile controllare il braccio robotico e la telecamera microscopica per cambiare prospettiva, ingrandire o mettere a fuoco. Il grande vantaggio di Robotic Scope è l’approccio hands-free, il medico può dedicarsi interamente all’operazione senza dover togliere le mani perchè la totale gestione dell’apparecchiatura avviene con i movimenti del capo.

Braccio robotico e telecamera

Braccio robotico con telecamera sull’estremità. Credits: BHS

Entrambi gestiti dalla visiera, in particolare una robot camera è installata sull’estremità del braccio robotico, quest’ultimo si muove lungo 6 assi (3 di traslazione e 3 di rotazione) per permettere un completo movimento nello spazio tridimensionale secondo le necessità, vantaggio che un microscopio tradizionale non ha, con una precisione stimata di circa ±0,03mm, così anche le strutture più piccole posso essere viste. Nello specifico, la distanza dal campo operatorio oscilla tra i 300 mm ai 600 mm, il fattore di ingrandimento varia dai 2.7x a 30.1x e, infine, il campo visivo può variare dai [5.8 mm x 4.3 mm] ai [64.5 mm ai 48.4 mm].

Intervento con Robotic Scope: bimbo riacquista uso della mano

Credits: Città della scienza e della salute Torino

Come detto all’inizio, questo potente strumento è stato utilizzato a Torino per restituire l’uso della mano a un bambino di soli 4 anni che aveva subito un incidente, durante il quale aveva riportato una grave lesione del dito medio della mano destra che non avrebbe mai più potuto muovere e crescere, causando un grave impaccio funzionale dell’intera mano.

Da qui, l’idea dell’equipe chirurgica composta dal dottor Bruno Battiston (Direttore del reparto di chirurgia della mano dell’ospedale CTO di Torino), dottor Davide Ciclamini (responsabile della microchirurgia ricostruttiva) e dal dottor Paolo Titolo (responsabile della chirurgia del nervo periferico) di trasferire un dito del piede dello stesso bambino alla mano, ovviamente tutto è avvenuto senza alterare la deambulazione futura del bambino.

Grazie al microscopio Robotic Scope e al suo notevole ingrandimento, i chirurghi sono riusciti a eseguire più agevolmente le micro anastomosi (suture vascolari) per permettere di collegare i piccolissimi vasi sanguigni dell’articolazione del dito del piede a quelli della mano. In questo modo, una volta che l’osso si sarà integrato nella nuova sede, con un rischio di rigetto minimo considerato che si tratta di tessuti presi dal bambino stesso, il dito e la mano potranno non solo riprendere a muoversi, ma anche a crescere nel tempo come un vero dito di una mano sana, permettendo al bambino di recuperare nel tempo una funzione vicina a quella di una mano normale.

Un intervento all’avanguardia senza precedenti, grazie alle capacità riconosciute dei nostri professionisti che hanno saputo portare a buon fine valorizzando una strumentazione mai utilizzata precedentemente

ha dichiarato il dottor Giovanni La Valle, direttore generale dell’ospedale
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Margherita de Respinis