Sanità più sostenibile? Si, è possibile (depositphotos.com) - www.biomedicalcue.it
Sanità più sostenibile? Si, è possibile; la telemedicina è lo strumento per contenere esami superflui e sprechi.
Un recente studio condotto dal Mass General Brigham e pubblicato su JAMA Internal Medicine ha messo in luce il ruolo fondamentale della telemedicina nella riduzione dei test medici considerati di scarso valore, contribuendo così a una gestione più efficiente delle risorse sanitarie.
La ricerca si concentra sull’analisi di quegli esami che non apportano benefici significativi ai pazienti e che, al contrario, aumentano la spesa sanitaria senza migliorare la qualità dell’assistenza.
Gli studiosi sostengono che l’adozione diffusa della telemedicina, avvenuta post-pandemia, potrebbe influenzare la frequenza di test come il Pap test e gli screening per il cancro alla prostata negli anziani, oltre a ridurre l’uso di imaging per dolori lombari non complicati.
La telemedicina, quindi, non solo facilita l’accesso alle cure, ma potrebbe anche promuovere una gestione più attenta delle risorse, diminuendo il rischio di trattamenti e diagnosi inutili.
Guidato dalla dottoressa Ishani Ganguli del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School, lo studio ha analizzato i dati Medicare di oltre due milioni di pazienti tra il 2019 e il 2022. Questo arco temporale ha permesso di confrontare la situazione precedente e successiva all’adozione massiccia delle pratiche telemediche scaturita dalla pandemia.
I ricercatori hanno riscontrato differenze rilevanti tra i sistemi sanitari che hanno integrato ampiamente la telemedicina e quelli che ne hanno fatto un uso più limitato. In particolare, i pazienti nei sistemi con alta adozione della telemedicina hanno registrato un incremento leggero nelle visite totali, sia virtuali che in presenza, ma una diminuzione nell’uso di sette test a bassa utilità, tra cui screening per il cancro cervicale, elettrocardiogrammi, alcune analisi del sangue preoperatorie e test metabolici.
L’analisi ha anche rivelato che l’implementazione della telemedicina ha portato a una riduzione dei costi relativi sia alle visite che a due dei venti test di scarso valore esaminati, pur non influenzando significativamente la spesa complessiva per tali esami. I ricercatori suggeriscono che la telemedicina, oltre a rendere l’accesso alle cure più semplice, potrebbe disincentivare il bisogno sia ai pazienti che ai medici nel richiedere esami non necessari, in particolare quelli che vengono frequentemente prescritti in modo automatico durante le visite in presenza. Ad esempio, test come l’elettrocardiogramma o alcune analisi del sangue, spesso effettuati immediatamente, risultano meno richiesti nelle consultazioni a distanza.
La dottoressa Ganguli ha sottolineato che questi risultati rappresentano una rassicurazione ai legislatori coinvolti nella definizione delle future politiche sanitarie. In particolare, la ricerca supporta l’idea che l’estensione della copertura assicurativa per la telemedicina possa portare benefici economici e qualitativi per il sistema sanitario, riducendo l’uso di test superflui e contenendo la spesa pubblica.