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SCN1B e terapia genica: un passo avanti nella lotta contro l’epilessia infantile

Cervello e medicina (Depositphotos foto)

Cervello e medicina (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

SCN1B e terapia genica: nuove prospettive di cura per le encefalopatie epilettiche genetiche infantili resistenti ai farmaci.

L’epilessia infantile può essere devastante. Alcune forme, come le encefalopatie epilettiche dello sviluppo (DEE), sono particolarmente aggressive: crisi continue, difficoltà cognitive, problemi motori e, nei casi peggiori, un rischio concreto di morte improvvisa. Per le famiglie, affrontare una diagnosi del genere significa entrare in un tunnel di terapie spesso inefficaci e incertezze costanti sul futuro.

Tra le varie forme di DEE, una delle più conosciute è la sindrome di Dravet. La colpa è quasi sempre di una mutazione genetica nel gene SCN1A, che regola i canali del sodio nel cervello. Quando questi non funzionano come dovrebbero, i neuroni si sbilanciano e scatenano crisi epilettiche difficili da controllare con i farmaci tradizionali. Un vero incubo per chi ne soffre e per chi se ne prende cura.

Ma SCN1A non è l’unico colpevole. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno puntato i riflettori su un altro gene, SCN1B, legato a forme ancora più gravi di encefalopatia epilettica. Questo gene produce la proteina beta-1, che aiuta a mantenere stabile l’attività dei neuroni. Se SCN1B è difettoso, il cervello perde il controllo, portando a crisi ancora più violente e a un decorso clinico rapidissimo.

Lo dimostrano gli studi sui topi: quando SCN1B è completamente assente, i piccoli roditori sviluppano crisi epilettiche incontrollabili e muoiono nel giro di tre settimane. Un dato allarmante, che evidenzia quanto sia cruciale trovare una strategia per compensare questa mancanza e, magari, dare una speranza concreta ai pazienti umani che convivono con questa mutazione genetica.

Un nuovo approccio basato sulla terapia genica

Un gruppo di ricercatori di Michigan Medicine ha provato a ribaltare la situazione con un’idea innovativa: una terapia genica per ripristinare SCN1B. Il team, guidato da Chunling Chen, M.D., e Yukun Yuan, M.D., Ph.D., sotto la supervisione di Lori Isom, Ph.D., ha studiato un modo per riattivare la produzione della proteina beta-1 direttamente nel cervello.

Hanno testato la loro terapia su topi neonati privi del gene SCN1B, e i risultati sono stati sorprendenti. La sopravvivenza è aumentata, le crisi epilettiche si sono ridotte e, ancora più importante, il comportamento dei neuroni è tornato a livelli più normali. Insomma, la terapia ha funzionato. Anche se siamo ancora lontani da un’applicazione sull’uomo, questa scoperta segna un passo avanti fondamentale nella ricerca sulle encefalopatie epilettiche.

Trattamenti su SCN1B (JCI foto)
Trattamenti su SCN1B (JCI foto) – www.biomedicalcue.it

Verso una terapia personalizzata per le encefalopatie epilettiche

C’è però un dettaglio da considerare: la terapia potrebbe funzionare in modo diverso a seconda delle varianti di SCN1B. Alcune forme della mutazione potrebbero rispondere meglio al trattamento, altre meno. Questo significa che in futuro potrebbe essere necessario un approccio più personalizzato, calibrato sulle esigenze di ogni paziente.

Anche se siamo solo agli inizi, il lavoro dei ricercatori di Michigan Medicine rappresenta una svolta nella lotta contro l’epilessia genetica infantile. Serviranno altri studi, test e affinamenti prima di pensare a una sperimentazione umana, ma il punto di partenza è solido. E per chi lotta ogni giorno contro queste malattie, anche un piccolo passo avanti può fare una grande differenza.