Illustrazione di un linfoma (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Un nuovo studio rivela come l’equilibrio tra le proteine BAP1 e PRC1 influenzi la crescita dei linfomi a cellule B.
I linfomi a cellule B sono tra i tumori del sistema linfatico più diffusi e, purtroppo, rappresentano una bella fetta dei casi di linfoma non-Hodgkin diagnosticati ogni anno. Questo tipo di cancro colpisce i linfociti B, quei globuli bianchi che ci aiutano a combattere le infezioni.
Nonostante i progressi nella ricerca, non era ancora del tutto chiaro come certi meccanismi molecolari influiscano sulla crescita di questi tumori. E capire questi dettagli potrebbe essere la chiave per sviluppare trattamenti più efficaci.
Negli ultimi anni, gli scienziati si sono concentrati sull’importanza dei processi epigenetici, cioè quei meccanismi che regolano l’espressione dei geni senza modificare il DNA. In particolare, l’equilibrio tra i complessi repressivi di Polycomb (PRC1 e PRC2) e il complesso PR-DUB sembra avere un ruolo centrale. Il problema? Non era chiaro come questo bilanciamento influenzasse la progressione del linfoma. Insomma, c’erano ancora parecchi pezzi mancanti nel puzzle.
Una delle questioni più controverse riguarda la proteina BAP1, una subunità del complesso PR-DUB. Alcuni studiosi sostengono che sia un soppressore dei tumori, dato che la sua assenza è stata riscontrata in certi tipi di cancro. Altri, però, pensano l’opposto: BAP1 potrebbe funzionare come un oncogene, visto che la sua inibizione porta comunque alla morte delle cellule tumorali nei tumori che la esprimono. Questo ha creato un bel dibattito su quale sia il vero ruolo di BAP1 nei diversi contesti tumorali.
Ora, grazie a uno studio della Northwestern Medicine, il quadro inizia a farsi più chiaro. I ricercatori hanno scoperto che l’interazione tra BAP1 e PRC1 è fondamentale per la crescita dei linfomi B. Analizzando diverse linee cellulari tumorali, hanno visto che BAP1 aumenta l’espressione di alcuni geni chiamati MHC-II, che sono essenziali per il sistema immunitario. Quando hanno tolto BAP1 dalle cellule di linfoma B, l’infiltrazione delle cellule immunitarie è diminuita e i tumori sono cresciuti più velocemente nei modelli animali.
Poi hanno fatto un altro passo: hanno bloccato il complesso repressivo Polycomb 1 (PRC1), che normalmente contrasta l’attività di BAP1. E qui è arrivata la sorpresa: l’espressione dei geni MHC-II è tornata attiva anche nelle cellule prive di BAP1. Questo suggerisce che il giusto equilibrio tra BAP1 e PRC1 è fondamentale per regolare la crescita dei linfomi.
Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade per migliorare le immunoterapie contro i linfomi a cellule B. Il dott. Lu Wang, autore principale dello studio, ha spiegato che inibendo PRC1 si può ristabilire l’equilibrio nell’espressione dei geni MHC-II, anche quando BAP1 non è presente. Il suo laboratorio sta già lavorando per sviluppare inibitori efficaci di PRC1, con l’obiettivo di rendere le terapie esistenti più potenti e mirate.
Il passo successivo sarà perfezionare questi composti per ripristinare completamente l’attività dei geni MHC-II e ricreare un ambiente tumorale che permetta al sistema immunitario di agire. Se tutto andrà come sperano i ricercatori, questi risultati potrebbero cambiare il modo in cui trattiamo i linfomi B, rendendo le terapie più efficaci e, chissà, anche più personalizzate.