Se questo alimento è stato cucinato da più di tre giorni non deve essere conservato | L’esperta avverte: ti distrugge
Si tratta di uno degli alimenti che consumiamo più abitualmente, ma diventa “killer” se non prestiamo attenzione.
Alcuni cibi, magari quelli che mangiamo più spesso, ci sembrano sempre sicuri, quasi scontati. Chi non pensa che certi alimenti siano automaticamente sani? Eppure, a volte nascondono insidie che non ci aspettiamo.
E la cosa strana è che il problema spesso non sta nel cibo in sé, ma in come lo prepariamo o, peggio ancora, in come lo conserviamo. Quindi anche quel piatto che sembra innocuo può diventare un potenziale rischio. Sembra incredibile, vero?
In genere, quando avanza qualcosa dalla cena, è normale metterlo in frigo e pensare di riscaldarlo il giorno dopo. Ci risparmia tempo e ci evita di cucinare. Ma quello che non sempre sappiamo è che non basta un colpo di microonde per eliminare tutto il “non so che” che si è sviluppato.
Alcuni alimenti, se non li conserviamo come si deve, non solo perdono freschezza, ma diventano proprio rischiosi. E il problema è proprio che i rischi, lì per lì, non si vedono. Ecco perché vale la pena prestare attenzione.
Un alimento di uso quotidiano sotto osservazione
Ora, non ti aspetteresti mai che proprio uno degli alimenti più consumati, quello che prepariamo sia per un pasto veloce che per le grandi occasioni, possa essere così delicato da conservare. Sì, proprio quel piatto che tutti consideriamo “neutro” e sicuro può, in realtà, diventare pericoloso se non lo mettiamo subito al fresco o se lo lasciamo in frigo per troppi giorni. Parliamo di un alimento che, se gestito male, può ospitare batteri tosti come il Bacillus cereus, un nome che forse non dice niente, ma che è meglio non incontrare mai.
La nutrizionista Brenda Rocío Valentina, nota per le sue consulenze sulla sicurezza alimentare, mette in guardia: dopo massimo tre giorni dalla cottura, questo cibo dovrebbe finire dritto nella pattumiera. Eh sì, perché questi batteri non solo sopravvivono alla cottura, ma continuano a proliferare e diventano tossici. Se non ci credi, sappi che possono causare dolori di stomaco, nausea e addirittura vomito.
Il rischio di intossicazione alimentare
Si tratta del comune riso, e conservarlo richiede più attenzione di quanto pensiamo: bisogna metterlo in frigo entro due ore dalla cottura e consumarlo entro un paio di giorni. Ah, e scordati di “resuscitarlo” con una scaldata veloce: la maggior parte delle tossine resiste anche al calore, per cui il rischio resta.
Secondo Brenda Rocío Valentina, uno degli errori peggiori che facciamo è proprio questo: non rispettare le tempistiche, pensando che non ci sia nulla di male. Insomma, la prossima volta meglio non rischiare. Il consiglio dell’esperta? Raffreddare subito l’alimento e conservarlo in contenitori ermetici, possibilmente nel ripiano più freddo del frigo. Se ci teniamo alla salute, vale davvero la pena seguire queste semplici dritte.