La curcuma è spesso elogiata per le sue proprietà salutari, ma può essere pericolosa per chi soffre di alcune patologie gravi: attenzione ai rimedi fai-da-te.
La curcuma è una spezia utilizzata da secoli nella medicina tradizionale e in cucina, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Il suo principio attivo, la curcumina, è spesso promosso come rimedio naturale per diversi disturbi, dall’artrite ai problemi digestivi.
Tuttavia, non è adatta a tutti. L’uso indiscriminato di questa spezia può infatti peggiorare alcune condizioni o interferire con farmaci specifici.
Sebbene abbia molti benefici documentati, è importante fare attenzione all’abuso o al consumo senza il supporto di un professionista. Nonostante il suo largo impiego, la curcuma non è una cura miracolosa, e affidarsi a santoni o rimedi fai-da-te può essere rischioso.
Insieme alla curcuma, anche altre spezie simili, come lo zenzero, sono spesso elogiate per le proprietà curative, ma come ogni rimedio naturale, vanno utilizzate con cautela, tenendo conto delle condizioni di salute individuali.
La curcuma, nota per i suoi numerosi benefici salutari grazie alle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti della curcumina, è una spezia largamente usata nella medicina tradizionale e nella cucina. Tuttavia, non è adatta a tutti. Per esempio, le persone con disturbi della coagulazione del sangue dovrebbero prestare attenzione. La curcuma ha infatti proprietà anticoagulanti che possono aumentare il rischio di sanguinamento, specialmente in coloro che soffrono di condizioni come l’emofilia o che assumono farmaci anticoagulanti come warfarina o aspirina.
Secondo uno studio pubblicato sulla Journal of Clinical Pharmacology, la curcumina può prolungare il tempo di protrombina, un indicatore della capacità del sangue di coagulare, aumentando così il rischio di emorragie per chi già assume farmaci anticoagulanti. Per questo, è importante che chi ha problemi di coagulazione o chi fa uso di questi farmaci eviti o riduca il consumo di curcuma, preferibilmente dopo aver consultato un medico.
Anche chi soffre di problemi gastrointestinali dovrebbe essere cauto. Nonostante la curcuma sia spesso utilizzata per trattare disturbi gastrointestinali, in alcune persone con sindrome dell’intestino irritabile, malattia di Crohn o colite ulcerosa, può causare irritazioni o peggiorare i sintomi. Dosi elevate possono provocare acidità, nausea o diarrea. Uno studio pubblicato sulla World Journal of Gastroenterology suggerisce che la curcumina può alterare la mucosa gastrointestinale, aggravando potenzialmente queste patologie.
Infine, anche le donne in gravidanza o in allattamento e le persone con anemia ferropenica dovrebbero limitare l’uso di curcuma. La spezia può stimolare l’utero, aumentando il rischio di parto prematuro, e interferire con l’assorbimento del ferro, aggravando la carenza nelle persone già a rischio. Inoltre, sebbene l’uso culinario moderato sia generalmente sicuro, è sempre meglio evitare integratori e chiedere il parere di un medico.