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Sigarette, e-cig e tabacco riscaldato: differenze ed effetti collaterali

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La dipendenza dal fumo di tabacco, o tabagismo, è considerata la prima causa di morte evitabile nel mondo. I danni causati dal fumo di sigaretta o similari sono direttamente correlati a patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Questi rappresentano un enorme problema tanto sanitario quanto sociale. Negli ultimi anni sono stati sviluppati dispositivi alternativi alle sigarette tradizionali, prodotti ibridi molto popolari nella popolazione più giovane. Inizialmente proposti come un’opzione più sana rispetto al tabacco, le sigarette elettroniche (e-cig) e i riscaldatori di fumo non hanno fatto altro che aumentare il numero di fumatori abituali di tabacco. Si può davvero parlare di un’alternativa migliore alle sigarette?

L’epidemia del fumo: effetti sulla salute

La percentuale di fumatori in Italia nel 2020 scende al 18,4% rispetto al 19% degli anni precedenti, poco meno di 10 milioni di persone. Tuttavia, 93 mila morti l’anno vengono attribuite ai danni causati dal fumo. Gli effetti dannosi che il tabacco ha sulla nostra salute sono noti da tempo, ma non per tutti.

I danni al sistema circolatorio causati dalle sigarette

Tra le patologie più comuni troviamo malattie cardio-circolatorie. Infatti, il monossido di carbonio prodotto dalla combustione si lega all’emoglobina dei globuli rossi rubando il posto all’ossigeno. In questo modo il trasporto dell’ossigeno ai tessuti risulta compromesso, causando un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, danneggiando cuore e arterie.

Patologie respiratorie e infezioni broncopolmonari

Per quanto riguarda le patologie legate all’apparato respiratorio, il fumo di sigaretta è la prima causa di tumore al polmone e BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ogni anno circa 34 mila persone muoiono di carcinoma polmonare in Italia, e si stima che almeno l’85% dei nuovi casi sia attribuibile al consumo di tabacco. La BPCO è caratterizzata da una lenta ostruzione delle vie aeree, manifestandosi con tosse e difficoltà respiratorie. Il rischio di sviluppare questa forma di bronchite cronica è molto più alto per chi ha iniziato a fumare in età precoce, interferendo con il corretto sviluppo dei polmoni.

A sinistra, i polmoni di un non fumatore; a destra, i polmoni di un fumatore. Credits: Nurse Times

Il consumo della sigaretta combustibile subì un grande cambiamento quando nel 2003 venne brevettata la prima sigaretta elettronica (e-cig). L’obiettivo iniziale era quello di ideare un metodo che aiutasse i fumatori abituali a liberarsi del tabacco in modo permanente, con un prodotto meno dannoso.

Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato: le differenze con il fumo tradizionale

Spesso utilizzata per smettere di fumare, la sigaretta elettronica imita per gesti e sensazioni quella tradizionale. Non è ancora chiaro quali siano gli effetti sul nostro organismo, e per valutarli ci vorranno ancora diversi anni per comprendere a pieno le conseguenze a lungo termine. Ciò che è certo è il numero di sostanze nocive nettamente inferiore alla sigaretta tradizionale. Non essendoci combustione, le e-cig non generano fumo e non vengono rilasciati nell’organismo i sottoprodotti cancerogeni del tabacco. Dal 2003 ad oggi abbiamo visto l’evoluzione di tre generazioni di sigarette elettroniche:

  • le cig-a-like, esteticamente molto simili alle sigarette combustibili;
  • le vape-pen, aumentano leggermente le dimensioni e la potenza del dispositivo;
  • Pod-Mod o HnB (heat not burn), ibridi tra e-cig e sigarette tradizionali.

Come funzionano le sigarette elettroniche

Le sigarette elettroniche hanno la peculiarità di poter contenere o meno nicotina e regolarne la quantità. In questo si differenziano tra Ennds, electronic non-nicotine delivery system, e Ends, electronic nicotine delivery system. Nonostante oggi esistano svariati modelli più o meno sofisticati, la composizione delle sigarette elettroniche rimane la stessa: serbatoio, atomizzatore e batteria. Il serbatoio contiene il liquido, una miscela di glicole propilenico, glicerolo vegetale, acqua, aromi e spesso nicotina. Questo verrà trasformato in vapore dall’atomizzatore, al cui interno si trova una resistenza.

Credits: Pixabay

La tecnologia della sigaretta elettronica ha fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, ma quando entra in gioco la salute dei polmoni, la posizione in merito non è mai univoca e condivisa. E’ universalmente riconosciuto come i rischi legati a sostanza cancerogene diminuiscano drasticamente quando si parla dello svapo (soprannome della sigaretta elettronica, il cui atto è detto “svapare”). Non essendo presente il tabacco, non avviene la combustione, quindi non viene prodotto monossido di carbonio. Restano comunque aperti degli importanti interrogativi riguardo lo sviluppo di disturbi respiratori, in particolare tra i giovani, target principale delle industrie produttrici. Inoltre, nella maggior parte dei casi le e-cig vengono utilizzate con nicotina, sostanza tossica da cui origina la dipendenza.

Il tabacco riscaldato: la nuova frontiera del fumo?

A differenza delle sigarette elettroniche prive di tabacco, nei dispositivi Heat-not-Burn (HnB) il tabacco viene riscaldato producendo un vapore ricco di nicotina. In questo caso il calore prodotto raggiunge i 350 °C, mentre una sigaretta che brucia per combustione arriva a temperature elevatissime, intorno ai 900 °C. I marchi più popolari sono IQOS, della Phil Morris International, e Juul. I riscaldatori contengono nicotina e una moltitudine di sostanze chimiche tipiche delle sigarette tradizionali, ma non producono monossido di carbonio. Diminuisce dunque il rischio di sviluppare gravi patologie legate al fumo? Secondo la European Respiratory Society, anche i riscaldatori di tabacco, come le sigarette elettroniche, non potranno mai essere dei prodotti raccomandati: «se anche fossero meno dannosi delle sigarette, restano dannosi, danno dipendenza ed esiste il rischio che chi vuole smettere di fumare rinunci per passare al tabacco riscaldato».

Confronto tra le sigarette combustibili e i suoi sottoprodotti. Credits: pmi.com

Livelli di tossicità a confronto

Una ricerca pubblicata sull’European Respiratory Journal nel 2019 ha voluto confrontare i livelli di tossicità di IQOS rispetto a sigarette a combustione ed elettroniche su cellule umane. Nello studio sono state prelevate cellule dalle vie aeree: epiteliali e muscolari lisce, direttamente coinvolte a difesa e sostegno delle funzioni respiratorie. Confrontando livelli di nicotina dei tre prodotti, è emerso un grado di tossicità analogo tra IQOS e sigarette tradizionali. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche invece, lo stesso livello di tossicità è stato raggiunto con una concentrazione di nicotina maggiore. Un’esposizione continuata a questo tipo di sostanze altera in maniera consistente le cellule delle vie respiratorie prese in esame, portando all’insorgenza di patologie tumorali, polmoniti e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BCPO). Così come cresce ulteriormente il rischio di sviluppare infezioni o asma.

Una delle analisi cruciali nella ricerca è l’osservazione dell’enzima lattato deidrogenasi (LDH). Questo enzima è un marcatore di tossicità cellulare, rilasciato nel circolo sanguigno a seguito di un danno cellulare. Quanto emerso dallo studio ha confermato le ipotesi dannose dei sottoprodotti del tabacco: a differenti concentrazioni di fumo, vapore e aerosol delle IQOS la produzione di lattato deidrogenasi non fa altro che aumentare. Quindi, «anche le IQOS, come le sigarette tradizionali e quelle elettroniche, stimolano nelle cellule analizzate la produzione di queste molecole» concludono i ricercatori protagonisti dello studio.

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Credits: Pixabay

Il ruolo delle e-cig nel tabagismo

Il grande paradosso di IQOS e sigarette elettroniche è che da prodotti alternativi per incentivare le persone a smettere di fumare ne stanno compensando l’uso. Quanto emerge è che il consumo di sigarette si stia semplicemente spalmando su più prodotti, sempre più facili da reperire e presentati come “meno dannosi”. Uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics ha evidenziato come il consumo di e-cig in età giovanile non abbia fatto altro che incentivare il consumatore a provare le sigarette tradizionali, sommando le due pratiche e i rispettivi effetti collaterali. Tra gli adolescenti, la probabilità di diventare un fumatore abituale è tre volte maggiore in chi ha fatto uso di sigarette elettroniche in età scolare. Possiamo quindi affermare che non esistono prodotti alternativi, migliori o peggiori. La soluzione più sana è sempre la stessa: smettere.