Sistema tradizionale e modulare: realizzazione delle protesi inferiori
Protesi. Molto spesso se ne sente parlare, se ne vedono in giro e alcune appaiono anche curate nell’estetica: ma come vengono realizzate quelle agli arti inferiori? In linea generale, esistono due sistemi di realizzazione, studiati per far fronte ad ogni esigenza, rendendo la vita dell’amputato il più naturale ed il più semplice possibile: uno tradizionale, con cui vengono realizzate protesi definite esoscheletriche e uno modulare, che invece “realizza” protesi endoscheletriche.
L’obiettivo delle protesi inferiori va dal sostegno alla deambulazione: studi di biomeccanica e cinematica hanno permesso la realizzazione di molteplici modelli adatti sia per lo sport (anche a livello agonistico) che per la vita quotidiana.
Protesi tradizionale e modulare: due diversi sistemi
La deambulazione umana appare semplice e spontanea, ma in realtà è un armonioso insieme di movimenti: per ricrearla al meglio e adattarla ad ogni esigenza, la tecnologia si è evoluta, andando di pari passo con le scoperte di nuovi materiali sempre più leggeri, flessibili e resistenti.
La caratteristica principale delle protesi tradizionali è la funzione portante delle pareti, rigide, a cui possono essere aggiunte eventuali elementi articolari. Tuttavia, questo sistema è quesi totalmente abbandonato (se non espressamente richiesto), in quanto la struttura risulta essere troppo statica, soprattutto per soggetti giovani: è caratterizzata, infatti, da scarse alternative per la “sostituzione” del ginocchio, dall’impossibilità di aggiunta di rotori, ammortizzatori o altre componenti elastiche ed, infine, da una discreta pesantezza. Le protesi esocheletriche vengono realizzate con materiali statici, quali legno, schiume o resine, in prefabbricati, ideati per la prima volta nel 1919 da Otto Bock, fondatore della omonima azienda.
Con questa tipologia, solo in un secondo momento è possibile effettuare modifiche per raggiungere sia l’allineamento (verifica della giusta posizione dell’invaso rispetto all’asse del ginocchio, della gamba e del piede) che una conformazione statica precisa (forza dell’amputato e reazione proveniente dal suolo che agiscono sulla medesima linea), definendone, infine, la forma esterna e l’estetica.
D’altro canto, le protesi modulari abbandonano la vecchia tradizione per sostituirla con singoli componenti più numerosi (chiamati moduli), definendo dunque una struttura scheletrica e “naturale”.
A differenza delle esoscheletriche, in cui le componenti erano semplicemente 3 (invasatura, ginocchio e piede), nelle endoscheletriche si contano fino a 6 componenti (invasatura, giunto di collegamento all’invasatura, ginocchio, rivestimento cosmetico, tubo modulare, piede), facilmente intercambiabili a seconda delle esigenze. Tutti i componenti tecnici sono posti all’interno di un rivestimento cosmetico in materiale espanso morbido, mentre la struttura tubolare garantisce la funzione portante della protesi. La realizzazione avviene con materiali scelti in base al peso della persona, quindi in acciaio, alluminio, carbonio o titanio, risultando decisamente più leggere rispetto alle tradizionali.
La svolta delle protesi modulari è data, dunque, non solo da un alto livello di flessibilità e duttilità di allineamento sia statico che dinamico (quando forze e reazioni non agiscono sulla stessa linea), ma anche dalla possibilità di intervenire a protesi conclusa; la molteplicità di moduli, infatti, ha permesso lo sviluppo di articolazioni come quelle di anca, ginocchio e caviglia, adattabili ad ogni singolo paziente.
Tecnologia della Össur
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Nel caso particolare, il Sistema di Invasatura Modulare (M.S.S.) sviluppato dalla Össur permette al tecnico ortopedico di fabbricare la protesi direttamente sul paziente, risparmiando una notevole quantità di tempo, avendo a disposizione moduli già predisposti e un periodo di catalizzazione ridotto a 10 minuti. L’invasatura viene realizzata grazie ad un giunto con 4 fori integrati, compatibile con la maggioranza dei sistemi di bloccaggio. La laminazione può essere sia standard che diretta e applicabile anche sul modello bagnato.