Sodio cloruro in medicina, da non confondere con il cloruro di sodio usato in cucina
Il sodio cloruro è una sostanza diversa dal cloruro di sodio. Il primo, infatti, è una sostanza che viene utilizzata in ambito medico; il secondo, invece, non è altro che il tradizionale sale da cucina. Nella maggior parte dei casi il sodio cloruro viene assimilato tramite somministrazione parenterale. Si tratta di un farmaco generico il cui scopo è quello di favorire il reintegro del cloruro di sodio e in generale dei fluidi. Il sodio cloruro in fiale, somministrato in infusione endovenosa, in genere viene utilizzato in forma di soluzione 0.9%. Altre due versioni sono la soluzione al 3 e quella al 5%, a cui si ricorre per reintegrare il cloruro di sodio nei soggetti che hanno problemi di deplezione sodica.
La conservazione del sodio cloruro
È molto importante adottare le modalità di conservazione più appropriate per il sodio cloruro. Poiché si tratta di un medicinale, è fondamentale tenerlo fuori dalla portata dei bambini. Esso deve essere lasciato nel contenitore in cui è chiuso in maniera ermetica e non deve essere congelato. Il contenitore va usato una sola volta: ciò vuol dire che eventuali residui di prodotto non possono più essere impiegati.
La posologia
La durata della somministrazione, così come la velocità e il dosaggio, varia da persona a persona, dal momento che sono coinvolti molteplici aspetti: le condizioni cliniche del paziente, per esempio, ma anche il suo peso corporeo, la sua età e soprattutto eventuali trattamenti concomitanti. Inoltre, è necessario tenere conto della risposta clinica al trattamento e dello stato di idratazione del soggetto. Nel corso del trattamento è indispensabile tenere sotto controllo l’equilibrio dei liquidi e le concentrazioni di elettroliti all’interno del plasma.
Per il trattamento della deplezione di sodio e della disidratazione isotonica extracellulare, il dosaggio consigliato è compreso fra i 500 millilitri e i 3 litri nell’arco delle 24 ore per gli adulti e fra i 20 e i 100 millilitri per chilo di peso corporeo nell’arco delle 24 ore per i bambini, tenendo comunque conto del peso e dell’età del piccolo. Se, invece, il sodio cloruro è impiegato in qualità di diluente o di veicolo, la dose va da un minimo di 50 a un massimo di 250 millilitri per dose di medicinale.
Il sodio cloruro per reintegrare il cloruro di sodio
Disponibile anche in forma di soluzione per irrigazione, in questo caso può essere impiegato per la detersione delle lesioni che interessano le mucose o la pelle. Ci sono un sacco di circostanze in cui si può verificare una perdita di acqua e di cloruro di sodio. Per esempio, dopo alcune operazioni chirurgiche può succedere che non si possa mangiare e bere per un certo periodo di tempo. Lo stesso può avvenire anche a causa di una specifica patologia. Se si ha a che fare con una febbre molto elevata, si può andare incontro a un eccesso di sudorazione che comporta l’espulsione di acqua e cloruro di sodio dal corpo. Ancora, quando si subisce un’ustione molto grave, si verifica una perdita di pelle particolarmente estesa, da cui scaturisce la necessità di reintegrare l’acqua e il cloruro di sodio.
A cosa serve?
In tutte le situazioni menzionate fino ad ora si può fare affidamento sul sodio cloruro in infusione, in modo particolare nella versione allo 0.9%.Questa sostanza, nelle circostanze in questione, si rivela decisamente preziosa per fare in modo che l’organismo umano possa reintegrare il contenuto di acqua che ha perso.Se si è verificata una condizione di disidratazione, o il sodio, quando c’è stato un episodio di deplezione di sodio. Un’altra situazione in cui si rende necessario è quella che richiede la diluizione di medicinali per i quali occorre una somministrazione per infusione.
Come si somministra la soluzione
Per la somministrazione della soluzione, che deve avvenire per infusione, è indispensabile una tecnica asettica utilizzando un set di somministrazione apirogeno e sterile. Il dispositivo deve essere riempito con la soluzione facendo attenzione a non far entrare aria all’interno del sistema. Prima di usare il farmaco è consigliabile ispezionarlo con attenzione, in modo da identificare un eventuale scolorimento o la presenza di materia particellare. In particolare, il sodio cloruro non deve essere somministrato nel caso in cui il sigillo non sia intatto o se la soluzione è poco limpida. Qualora si notino delle particelle visibili, il prodotto non va usato.
La sterilità della soluzione viene mantenuta e garantita dalla sacca interna. Per evitare il rischio di embolia gassosa è necessario non collegare in serie contenitori di plastica flessibili, in quanto dal contenitore primario potrebbe provenire del residuo di aria. Anche il ricorso a un set per somministrazione con lo sfiato aperto può essere causa di un’embolia gassosa.