Sonno e lavoro: come gli orari influenzano la produttività e la salute

Gli orari di lavoro inflenzano la qualità del sonno e quindi incidono su produttività e salute giornaliera.

Qello degli orari di lavoro è uno temi dei più discussi nella società contemporanea. In un mondo che si evolve in tempi brevissimi, il modo in cui le persone ordinano e gestiscono il proprio tempo lavorativo ha un incidenza significativa sulla qualità della vita, sulla produttività e sul benessere psicofisico. Questo secondo alcuni studi incide anche sulla qualità del sonno e quindi sulla salute in generale.

Gli orari di lavoro hanno subito numerosi cambiamenti nel corso della storia. Durante la Rivoluzione Industriale, le persone erano costrette a lavorare anche 12-14 ore al giorno in condizioni estreme, ma fortunatamente con il tempo, grazie alle lotte sindacali e alle riforme legislative, si è arrivati alla giornata lavorativa di otto ore, ancora oggi il modello più diffuso. Grazie alle nuove tecnologie e quindi con la nascita dell’era digitale si è arrivati a nuove modalità di lavoro, come lo smart working, che hanno rivoluzionato la concezione del tempo lavorativo.

Inoltre, nel corso degli ultimi anni ci sono state molte proposte politiche sulla ulteriore riduzione delle ore lavorative e o dei giorni lavorativi settimanali. Già qualche paese europeo sta sperimentando nuove soluzioni per chi lavora in azienda, riducendo la settimana lavorativa, con lo scopo di aumentare il benessere e la qualità di vita dei cittadini.

Dal punto di vista scientifico va ribadito che gli orari di lavoro influiscono direttamente sulla produttività e sulla qualità della vita. Infatti, alcuni studi dimostrano che lavorare troppe ore può portare a stress, stanchezza e riduzione dell’efficienza. Per questo motivo, alcuni paesi come la Spagna stanno sperimentando la settimana lavorativa di soli  quattro giorni, con risultati positivi in termini di benessere e produttività.

Flessibilità e gestione del tempo

Un elemeneto che non va sottovalutato è la flessibilità lavorativa, come lo smart working, che permette una migliore gestione del tempo e una riduzione dello stress legato agli spostamenti. Però, la mancanza di separazione tra lavoro e vita privata può portare a una maggiore difficoltà nel “staccare la spina”. Quindi lo smart working che potrebbe sembrare una buona soluzione spesso si traduce in turni di lavoro praticamente infiniti.

Dunque, gli orari di lavoro dovrebbero essere pensati in modo da garantire un equilibrio tra produttività e benessere. Un orario troppo rigido può risultare dannoso, mentre una maggiore flessibilità, se ben gestita, può migliorare sia le prestazioni lavorative che la qualità della vita. Il futuro del lavoro dipenderà dalla capacità di trovare un giusto compromesso tra efficienza e salute dei lavoratori.

Orario di lavoro (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Uno studio particolare

In un recente articolo pubblicato su The American Journal of Geriatric Psychiatry, Diego Golombek, Ignacio Spiousas e Leandro Casiraghi, alcuni ricercatori del Laboratorio Interdisciplinare del Tempo (LITERA) dell’Università di San Andrés, insieme a un team internazionale di esperti, hanno introdotto il concetto di “capitale del sonno” per evidenziare i benefici sociali, economici e sanitari derivanti da un riposo adeguato. I ricercatori di LITERA hanno analizzato tre variabili che influenzano questo “capitale del sonno”.

La prima è il debito di sonno, che può ridurre la produttività, aumentare il rischio di incidenti ed essere un fattore predittivo di mortalità. Al contrario, il “credito di sonno”, ovvero il superamento delle ore minime di riposo raccomandate, è essenziale per costruire un capitale del sonno positivo. La seconda variabile è l’irregolarità del sonno, spesso aggravata da fattori come il lavoro a turni e il cosiddetto jet lag sociale, ovvero il disallineamento tra il ritmo biologico e quello imposto dalla società. Migliorare la regolarità del sonno potrebbe rafforzare la salute pubblica e incrementare la produttività. La terza variabile riguarda l’esposizione alla luce naturale durante il giorno, fondamentale per garantire un sonno notturno ristoratore e mantenere uno stato di allerta ottimale. Al contrario, l’eccessiva esposizione alla luce artificiale nelle ore serali può compromettere la qualità del riposo.

Published by
Mario Liuzzo