Il GPS in auto aiuta a raggiungere la destinazione più facilmente, ma può essere dannoso: ecco a cosa stare attenti!
Il GPS (Global Positioning System) è una delle tecnologie più diffuse nella nostra vita quotidiana. Questo sistema, nato inizialmente con scopi militari negli Stati Uniti, è ora un mezzo indispensabile per navigare e orientarsi in qualsiasi parte del mondo. Utilizzando una rete di satelliti che orbitano attorno alla Terra, il GPS fornisce informazioni precise sulla posizione e sull’orario a chiunque disponga di un ricevitore compatibile. Nel tempo, la sua utilità si è estesa a numerose applicazioni civili, dalla mappatura alla logistica, fino ai servizi di emergenza.
Il suo impatto nella vita moderna è innegabile: ormai integrato in smartphone, automobili e persino dispositivi indossabili, il GPS ha trasformato il modo in cui ci spostiamo. In passato, la navigazione richiedeva un’abilità innata di orientamento o l’uso di mappe fisiche; oggi, basta un semplice tocco su uno schermo per avere indicazioni dettagliate. Questo ha reso gli spostamenti più efficienti, specialmente in contesti urbani complessi o in viaggi internazionali.
Nonostante i vantaggi, vi è una crescente preoccupazione riguardo l’effetto che un utilizzo eccessivo del GPS possa avere sulle capacità di navigazione delle persone. Prima dell’avvento della tecnologia, gli esseri umani sviluppavano un acuto senso dell’orientamento osservando i punti di riferimento naturali, seguendo la posizione del sole o delle stelle.
Questa tecnologia è straordinaria, ma porta con sé anche alcune criticità.
Studi recenti suggeriscono che il costante affidamento al GPS potrebbe compromettere la nostra capacità di sviluppare una conoscenza approfondita dei luoghi che attraversiamo. Il cervello umano, che un tempo si allenava naturalmente a riconoscere gli spazi, rischia di diventare meno acuto nel ricordare percorsi o punti di riferimento.
Uno studio recente, pubblicato sul Journal of Environmental Psychology, ha esaminato proprio questo tema. I ricercatori hanno condotto una meta-analisi su un vasto numero di studi, esplorando la relazione tra l’uso del GPS e tre principali aspetti della navigazione: la conoscenza ambientale, il senso dell’orientamento e le prestazioni di wayfinding. L’obiettivo era capire se l’utilizzo frequente di questa tecnologia avesse un impatto negativo sulle capacità di orientamento.
I risultati della ricerca hanno evidenziato che le persone che usano frequentemente il GPS tendono ad avere una conoscenza ambientale inferiore e un senso dell’orientamento meno sviluppato. Tuttavia, non è stata riscontrata una correlazione significativa con le prestazioni di wayfinding, suggerendo che la capacità di seguire percorsi rimane intatta.
Nonostante l’impatto negativo sia risultato essere minimo, lo studio ha sollevato dubbi sul possibile indebolimento delle abilità di navigazione naturali nelle persone che si affidano pesantemente a strumenti esterni.