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Stentrode: la prima interfaccia neurale endovascolare

Stentrode: la prima interfaccia neurale endovascolare

Stentrode: la prima interfaccia neurale endovascolare. Photo: iLexx/iStock / Getty Images Plus

Gli scienziati hanno sviluppato una nuova interfaccia neurale mini-invasiva che può essere impiantata nel cervello senza ricorrere ad un intervento chirurgico a cielo aperto. Questo approccio evita ai pazienti di incorrere nel rischio di convulsioni, ictus o danni neurologici permanenti causati da un intervento chirurgico invasivo. Il dispositivo, denominato Stentrode, è già stato testato con successo negli ovini e ora Synchron, la società che lo ha sviluppato, ha ottenuto l’approvazione per iniziare la sperimentazione umana.

Impiantato attraverso la vena giugulare, il dispositivo viene collocato a livello della corteccia motoria. Secondo i ricercatori, questa tecnologia potrebbe consentire ai pazienti paralizzati di comunicare senza dover muovere un muscolo.

Un approccio innovativo

Stentrode
Stentrode. Credits: Sarah Fisher/University of Melbourne

La stimolazione elettrica diretta del cervello può essere utilizzata per trattare la depressione, l’epilessia, il morbo di Parkinson e altri disturbi neurologici. Tuttavia, l’accesso al cervello richiede solitamente di ricorrere a procedure invasive. L’impianto degli elettrodi può dar luogo a risposte infiammatorie dei tessuti, a traumi cerebrali e può portare a guasti del dispositivo. Un approccio chirurgico endovascolare minimamente invasivo potrebbe consentire una stimolazione sicura ed efficace delle regioni focali nel cervello.

Stentrode è uno stent endovascolare metallico ricoperto da elettrodi in platino progettato per creare un bypass digitale tra cervello e dispositivi di assistenza allo scopo di migliorare lo stile di vita dei pazienti paralizzati. I segnali cerebrali vengono continuamente raccolti da un’ antenna wireless impiantata a livello del torace e programmata per inviare segnali ad un dispositivo esterno.

Secondo Thomas Oxley, creatore e CEO di Synchron, questi segnali potrebbero essere utilizzati dai pazienti per controllare tecnologie assistive – come tastiere, esoscheletri e persino dispositivi di assistenza alla mobilità – semplicemente pensando e controllando direttamente un software. Questo tipo di applicazione potrebbe permettere ai pazienti paralizzati di recuperare, anche se in minima parte, la propria autonomia.

I test

Nei prossimi mesi, Synchron recluterà cinque partecipanti per testare il dispositivo. Prima che i test abbiano inizio, i potenziali partecipanti dovranno essere sottoporsi a diverse scansioni cerebrali. Infine, i pazienti selezionati dovranno iniziare un periodo di formazione per utilizzare il dispositivo e il relativo software.

Lo scopo principale della ricerca è quello di determinare se Stentrode può essere ritenuto sicuro per l’uso negli esseri umani. Lo studio valuterà anche la stabilità e la fedeltà della trasmissione dei segnali dal cervello alle tecnologie di comunicazione esterne. I test verranno effettuati studiando Stentrode insieme a BrainOS, un software che cattura i segnali e trasmette i dati ad un programma di intelligenza artificiale.

Questa ricerca può aiutarci a trovare modi più sicuri e più efficaci per introdurre sensori elettrici per i pazienti. Questo potrebbe aiutare lo sviluppo di una biotecnologia più user-friendly per i pazienti con condizioni neurologiche. Può inoltre aiutare a capire meglio come funziona il cervello umano in generale.

Ha dichiarato Oxley.