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Uno studio conferma che nelle allergie alimentari c’entra anche la pelle

Le allergie alimentari rappresentano reazioni avverse del sistema immunitario a specifici alimenti o ai loro componenti. Queste reazioni possono variare notevolmente in intensità e si verificano talvolta immediatamente dopo il consumo del cibo o anche alcune ore più tardi. Gli alimenti più comunemente associati alle allergie includono il latte, le uova, le arachidi, le noci, il pesce, i crostacei, la soia e il grano. È importante notare che i sintomi e le reazioni allergiche variano da persona a persona.

Uno studio recentemente pubblicato sul Washington Post ha evidenziato un aumento significativo delle allergie alimentari nei bambini, registrando un raddoppio dei casi dal 2000 al 2018. Questa ricerca ha anche messo in luce l’importanza della barriera cutanea nel processo di sviluppo delle allergie, poiché la pelle svolge un ruolo cruciale nel prevenire l’ingresso nel corpo di parassiti dannosi che potrebbero innescare risposte immunitarie indesiderate.

In seguito, analizzeremo più approfonditamente questo studio, faremo chiarezza sulla differenza tra allergia alimentare e intolleranza e discuteremo delle strategie di prevenzione.

Lo studio sulle allergie alimentari e la correlazione con la pelle

Negli ultimi anni, si è osservato un drammatico aumento delle allergie alimentari, sollevando interrogativi sulla causa di questa crescente incidenza. Secondo Christopher Warren, professore di Medicina Preventiva e Direttore della Salute della Popolazione presso il Center for Food Allergy and Asthma Research della Northwestern University, l’origine di questo fenomeno potrebbe essere correlata alla nostra pelle. Le persone che manifestano reazioni cutanee come la dermatite atopica sembrano essere più suscettibili allo sviluppo di allergie alimentari rispetto a chi non ne soffre.

Il professor Warren suggerisce che queste persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare allergie alimentari, che si combina con un difetto nella barriera cutanea, rendendoli più sensibili agli allergeni comuni. Inoltre, fattori come l’inquinamento atmosferico e le infezioni possono contribuire ulteriormente a questa sensibilizzazione.

Per prevenire il rischio di sviluppare allergie alimentari, è consigliabile introdurre gradualmente una varietà di alimenti durante lo svezzamento del bambino. Questo aiuterà il suo organismo a familiarizzare con gli alimenti e a sviluppare una migliore capacità di difesa.

Come è possibile prevenire le allergie alimentari?

Comprendere il proprio stato di salute è fondamentale per evitare l’esposizione a cibi che potrebbero scatenare allergie alimentari. Il primo passo essenziale è ottenere una diagnosi accurata da uno specialista allergologo attraverso test cutanei o analisi del sangue. Una volta confermata la possibile allergia, è importante procedere con l’esposizione controllata all’alimento scatenante per prevenire reazioni avverse gravi.

Allergie alimentari o intolleranze?

Spesso, nel linguaggio comune, le parole “allergia” e “intolleranza” vengono erroneamente scambiate, nonostante rappresentino due tipi di reazioni avverse ai cibi con differenze significative in termini di meccanismo, sintomi e gravità. Le allergie alimentari, infatti, costituiscono una risposta del sistema immunitario a specifiche proteine presenti negli alimenti. Queste reazioni possono variare notevolmente in intensità, da lievi a gravi, e possono verificarsi immediatamente dopo l’assunzione del cibo o entro un’ora dalla sua ingestione.

Le intolleranze alimentari, d’altra parte, si manifestano quando l’organismo non è in grado di digerire o assorbire adeguatamente determinati componenti alimentari, come il lattosio o il glutine. In queste situazioni, i sintomi tendono a essere meno gravi rispetto alle allergie e sono principalmente legati a disturbi gastrointestinali come crampi, gonfiore, diarrea e gas. È importante notare che le intolleranze possono emergere in un secondo momento rispetto alle allergie alimentari e richiedono test specifici per la diagnosi, come il test del respiro per il lattosio o test genetici per la celiachia.

Per gestire un’intolleranza alimentare, solitamente è necessario evitare l’alimento o il componente alimentare in questione. In alcuni casi, è possibile ricorrere a enzimi digestivi o sostituti privi di lattosio per mitigare i sintomi.

La chiara comprensione di queste differenze è essenziale per una gestione efficace delle reazioni avverse ai cibi e per garantire una migliore qualità di vita a chi ne è affetto.

Sviluppi futuri

Comprendere il proprio stato di salute è fondamentale per evitare i sintomi associati alle allergie alimentari, alcuni dei quali possono essere gravi. Inoltre, esistono diverse opzioni di trattamento, tra cui vaccini per allergeni alimentari, che possono contribuire a ridurre le reazioni avverse. C’è una crescente speranza che tali terapie possano essere sempre più accessibili, specialmente per gli alimenti noti per scatenare allergie nell’organismo.

Published by
Valentina Maria Barberio