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Uno studio individua delle microplastiche nel cuore

Ormai in una società contaminata dalla presenza di plastiche, dove l‘inquinamento ha toccato livelli preoccupanti, ad aggiungersi all’elenco degli effetti dovuti a ciò è una nuova ricerca. Lo studio, infatti, chiarisce come vi siano microplastiche nel cuore. Ciò ha messo in allarme la comunità scientifica, che ha deciso di proseguire gli studi per comprenderne gli effetti sull’uomo. Si analizzano cosa siano le microplastiche, da dove abbiano origine nonchè lo studio effettuato che ha portato a questa scoperta scioccante.

Microplastiche: cosa sono e da dove derivano

Le microplastiche sono frammenti di plastica le cui dimensioni sono di circa 5 millimetri di diametro. Questi elementi derivano da un processo di frammentazione di materiali plastici più grandi, a causa dell’azione del tempo, delle condizioni ambientali, del deterioramento meccanico e della luce solare. La fonte delle microplastiche è differente, come:

  1. Industria tessile: l’abbigliamento sintetico, come poliestere, rilascia nell’ambiente microfibra di plastica durante il lavaggio.
  2. Cosmetici e prodotti per la cura personale: a volte alcuni prodotti come esfolianti o detergenti possono contenere microplastiche tra i loro ingredienti.
  3. Frammentazione: si fa riferimento a tutti i macroplastici più grandi, come bottiglie, sacchi e giochi in plastica, i quali degradandosi con il tempo rilasciano pezzi di plastica più piccoli.
  4. Rifiuti industriali e marini: in particolare i processi industriali come la produzione di plastica o pezzi di rete di pesca possono inquinare l’ambiente in quanto vengono rilasciati tali frammenti.

La scoperta shock: le microplastiche nel cuore

Lo studio condotto dai ricercatori dell’Environmentali Science & Tecnology dell’American Chemical Society, ha fatto emergere come vi siano delle microplastiche nel cuore. Questi frammenti microscopici di plastica, secondo quanto emerge, sono stati introdotti in modo involontario durante un intervento chirurgico cardiaco.

La ricerca in questione è stata finanziata dalla National Natural Science Foundation of China e della Beijing Natural Science Foundation, la quale ha analizzato i tessuti di 15 pazienti sottoposti tutti a intervento cardiaco. In un esperimento pilota sono stati visionati i campioni provenienti da differenti sezioni del cuore, valutando il sangue venoso prima e dopo l’intervento.

Utilizzando l’imaging laser, per esaminare i campioni, i ricercatori hanno rinvenuto otto tipi differenti di plastica, come cloruro di polivinile e poli. Le dimensioni delle microplastiche variavano da 20 a 500 micrometri. La quantità di microplastiche nel cuore era differente da paziente a paziente, ma nonostante ciò, ognuno dei pazienti aveva delle microplastiche.

La tecnica ha permesso di rilevare da decine a migliaia di singoli pezzi di microplastica nella maggior parte dei campioni di tessuto. Inoltre, tutti campioni avevano tali frammenti, ma dopo l’intervento chirurgico la loro dimensione media è diminuita e le particelle provenivano da tipi di plastica differenti.

Credits- ACS Publications – “Detection of Various Microplastics in Patients Undergoing Cardiac Surgery”

La presenza delle microplastiche nel cuore cosa comporta?

I ricercatori affermano che ciò sia solo una ricerca preliminare, che ad essa bisognerebbe aggiungere altri esami per comprendere gli effetti delle microplastiche sul sistema cardiovascolare e la loro prognosi dopo un intervento al cuore. Inoltre, aggiungono come le procedure mediche invasive siano una via trascurata di esposizione alle microplastiche, fornendo un accesso diretto al flusso sanguigno e ai tessuti interni.

Sicuramente, le microplastiche rappresentano a oggi un problema ambientale da non sottovalutare in quanto possono avere effetti negativi sugli ecosistemi terresti e sulla salute umana. Le vie con cui l’uomo e gli animali entrano in contatto con questi frammenti sono differenti, ma si può iniziare con piccoli gesti quotidiani come la scelta di prodotti senza microplastica, un abbigliamento naturale, evitare prodotti monouso in plastica e riciclare correttamente i rifiuti.

Published by
Valentina Maria Barberio